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Sara Simeoni, quelle Olimpiadi a Mosca senza inno

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Sara Simeoni, quelle Olimpiadi a Mosca senza inno

Il 10 marzo Domenica con, palinsesto scelto dall'atleta

ROMA, 06 aprile 2022, 19:59

(di Nicoletta Tamberlich)

ANSACheck

Sara Simeoni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sara Simeoni - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sara Simeoni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Era il 26 luglio 1980 e a Mosca (allora in Unione sovietica), con un volo Sara Simeoni da Rivoli Veronese, vinceva l'oro nel salto in alto all'Olimpiade. Nell'immagine-icona dell'atletica italiana. Uno scatto che l'ha immortalata nella bibbia dello sport, riccia, sorridente sul materassone dopo il salto che la consacrò alla storia. Sara Simeoni torna in tv il 10 aprile su Rai Storia. Ci sono anche arte, musica, cinema e comicità nel palinsesto che la campionessa olimpica ex primatista mondiale di salto in alto, disegna per la sua "Domenica Con", lo spazio curato da Enrico Salvatori e Giovanni Paolo Fontana, in onda domenica 10 aprile dalle 14.00 alle 24.00 su Rai Storia. Non manca la rievocazione della sua carriera e dei grandi eventi sportivi come le Olimpiadi, delle quali è stata anche protagonista, da Monaco 1972 a Los Angeles 1984. Ricostruendo l'escalation dei suoi record - in particolare i 2,01 metri raggiunti a Brescia nel 1978 e quello olimpico di 1,97 ottenuto a Mosca - la Simeoni racconta anche le Olimpiadi di Montreal 1976 (argento) e nell'ex Urss del 1980, segnate dal boicottaggio degli Stati Uniti. Due eventi approfonditi, in serata, dal doc i "Montreal 1976 e Mosca 1980". L'ANSA l'ha raggiunta la telefono. Mosca 1980 che città era? "Ci penso tanto in questi giorni drammatici. Ma ho pochi ricordi. Feci un giro guidato dopo aver vinto l'oro. La piazza Rossa, i magazzini Gum, il Bolshoi. Ci mostrarono la città velocemente". Deteneva già il record del mondo "e la vittoria agli Europei, quindi volevo proprio la medaglia d'oro. Ma durante le prove ero nervosa. Mi ritrovai la medaglia al collo. Ma niente bandiera italiana - gareggiavamo sotto quella del CIO niente Inno. Il boicottaggio americano per l'invasione sovietica dell'Afghanistan privò l'Olimpiade dei suoi simboli. Sul podio, dentro di me, cantai Viva l'Italia di Francesco De Gregori". "I nostri ori furono un segnale di speranza: avevamo tutti voglia di cose nuove e belle". Comunque ricorda Simeoni erano altri tempi in tutto, gli atleti degli altri paesi, soprattutto dell'est avevi modo di incontrali solo nelle competizioni, i mondiali o le olimpiadi. Lo sport femminile, all'epoca, non esisteva, le donne imitavano gli uomini ma si sforzavano il triplo in allenamento". Però per Simeoni la sua impresa più grande fu "l'argento a Los Angeles '84 la mia ultima olimpiade: ero stata infortunata,, dovevo essere una delle tante e invece il volo dei due metri. Mi sentii miracolata". Poi Simeoni fa notare "non avevamo sponsor, non venivamo ricompensati in denaro al tempo". Monaco '72 e l'attentato terroristico di Settembre Nero alla palazzina israeliana. Il giorno in cui lo sport perse l'innocenza. Cosa ricorda? "Avevo gareggiato ed eravamo andati a festeggiare in centro con Eddy Ottoz e altri atleti. La palazzina dell'Italia, per ordine alfabetico, era vicina a quella di Israele. Non ci accorgemmo di niente". Se chiudesse gli occhi spiccherebbe ancora un salto in alto? "Nooo, ho la schiena a pezzi. Certo oggi gli atleti usufruiscono di attrezzature all'avanguardia, noi non potevamo neanche sognarle, non parliamo delle calzature, vengono seguiti da uno staff intero. Noi avevamo un solo allenatore che ti faceva, da coach psicologo, accompagnatore, confessore, altro che mental coach". Nel suo palinsesto su Rai Storia di domenica non è un caso che Simeoni ha inserito le Olimpiadi di Roma del 1960 "avevo 6 anni le ho viste in tv, piccola telespettatrice e vincitrice del concorso di disegni organizzato dal Ministero dell'Istruzione per l'evento, chissà era destino..me lo sono chiesta". Ed è "1960", il documentario di Gabriele Salvatores, a raccontare le difficili condizioni di una famiglia italiana, sullo sfondo di quei Giochi Olimpici. E ancora, le Olimpiadi di Città del Messico del 1968 con il "pugno alzato" degli afroamericani Smith e Carlos, e con la rivoluzione nel salto in alto di Dick Fosbury. Ai temi dello sport si alternano le altre passioni di Sara Simeoni: dalla Tv delle origini alla musica, con una carrellata delle partecipazioni in Rai di Tina Turner e i duetti di Mina e Lucio Battisti per "Teatro 10"; e la simpatia per i film di Terence Hill e Bud Spencer, quest'ultimo in un'intervista del 1978 per "Trenta minuti giovani". In prima serata, poi, il film "Veloce come il vento" di Matteo Rovere. La "Domenica con" di Sara Simeoni si chiude nel ricordo di Gigi Proietti.
   

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