In un sistema televisivo "sempre più
multipolare, con un mercato frammentato, dinamico e
competitivo", c'è "un'integrazione sempre maggiore tra il
broadcaster tradizionale e le diverse piattaforme di streaming".
È quanto emerge dall'Annuario 2024 della tv italiana e dai primi
numeri del 2025, illustrati nell'incontro Multipolarità.
Televisione e streaming verso il mercato maturo - Annuario 2024
della TV italiana' nella Sala degli Atti Parlamentari -
Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", su iniziativa di
Assocomunicatori e con il patrocinio di Agcom.
L'Annuario della tv italiana "conferma che siamo nel pieno di
una trasformazione profonda - commenta la presidente della
commissione di Vigilanza Rai Barbara Floridia -. Il servizio
pubblico ha bisogno di risorse stabili e certe. Serve
un'informazione di qualità, che educhi anche al digitale e per
tutto questo c'è bisogno con urgenza di una riforma". Oggi come
fruitori "siamo confusi tra un editore accreditato e
l'informazione che arriva a tempesta in maniera pervasiva dal
telefono". Dopo lo stallo di settimane in Vigilanza, Floridia
sottolinea che la riforma del servizio pubblico "non è in atto
perché la maggioranza ha deciso che non si deve fare. Io con
grande fatica sto cercando di sbloccare la commissione di
Vigilanza ma fanno mancare il numero legale. Se la situazione
non cambia - avverte la presidente - dovrò rivolgermi al
presidente della Repubblica".
Guardando ai numeri, il curatore degli annuari (realizzati
in collaborazione con Auditel, ApA, Sensemakers, Comscore,
Nielsen, UPA, Confindustria Radio Televisioni, eMedia), Massimo
Scaglioni, docente di Storia ed economia dei media e direttore
de Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi
all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, anticipa
anche qualche dato del 2025. Si contano 20,7 milioni di tv
connesse, un incremento di 2,4 milioni di apparecchi sull'anno
precedente, per una reach mensile di 34 milioni di individui.
Complessivamente l'Italia si conferma un unicum a livello
internazionale, con un tempo di visione media giornaliero che si
attesta a 3 ore e 24 minuti. Emerge un mercato sempre più
articolato, con una crescente rilevanza dei "terzi poli" alle
spalle del tradizionale "duopolio" Rai-Mediaset.
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