"L'Italia è un Paese molto
esposto alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Il 50% del
territorio è a rischio sismico, il 25% circa a frane e
alluvioni, ma nonostante questo solo il 5% delle abitazioni è
coperto dai rischi connessi al clima, solo il 15% delle aziende
ha assicurato l'attività per eventi catastrofici, pochissime le
auto prevedono anche coperture da danni legati ai cambiamenti
climatici. Siamo sottoassicurati". Così René Gazet, P&C Director
Gruppo Axa Italia, durante l'evento "Cambiamenti climatici,
prevenire e mitigare il rischio - Axa incontra il territorio"
alla Rotonda a mare di Senigallia (Ancona) promosso da Axa
Italia con il patrocinio del Comune di Senigallia e di Ania,
l'associazione nazionale fra le imprese assicuratrici. Un
incontro, con tavola rotonda moderata da Simona D'Alessio
dell'ANSA, a cui hanno partecipato tra gli altri il sindaco
Massimo Olivetti e il presidente del Consiglio Regionale Dino
Latini.
"Siamo una multinazionale vicina al territorio, - ha detto
Gazet, portando i saluti del ceo di Axa ITalia Giacomo
Gigantiello - puntiamo sulla resilienza e con eventi come questo
cerchiamo di stimolare riflessioni sulla cultura della
prevenzione, anticipando le conseguenze. Non possiamo evitare i
cambiamenti climatici ma possiamo gestire i danni: noi di Axa
siamo in prima linea per protezione e prevenzione, sono le anime
del nostro intervento".
E' intervenuto Umberto Guidoni, co-direttore generale Ania
Italia, l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici,
che guarda con favore alla norma in discussione in Senato nella
Legge di Bilancio per l'obbligo di copertura assicurativa
aziendale contro i cambiamenti climatici: "Il rischio
idrogeologico non risparmia nessuno. Già 200 anni fa Leopardi
parlava di cambiamenti climatici, oggi si parla di eventi
epocali e non è possibile negare l'evidenza dei disastri:
alluvioni, inondazioni e terremoti si susseguono con danni
ricorrenti e gravi". "Non c'è altra via se non la creazione di
una sistema di conoscenza, prevenzione e protezione perché
significa evitare che la propria attività produttiva si fermi
per sempre, significa evitare le conseguenze più gravi derivanti
dalle catastrofi naturali".
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