I recenti sviluppi delle normative
europee sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale
"possono accelerare il cammino verso lo sviluppo sostenibile".
Con queste parole l'Alleanza italiana per lo sviluppo
sostenibile (Asvis) presenta il seminario "Il regolamento
Tassonomia e i nuovi criteri di vaglio tecnico: l'impatto sui
settori dell'economia italiana", organizzato con il Dipartimento
di Giurisprudenza dell'Università di Roma Tre.
"La Direttiva che vieta il greenwashing concordata
recentemente tra il Parlamento europeo e il Consiglio
rappresenta un ulteriore e fondamentale passo in avanti verso
un'economia più sostenibile e integra efficacemente la
legislazione sugli obblighi di rendicontazione delle imprese,
ora estesa anche a quelle di medie dimensione", afferma il
direttore scientifico dell'Asvis, Enrico Giovannini. "Finalmente
- aggiunge - sarà possibile analizzare i risultati delle aziende
con strumenti che, oltre ai risultati economico-finanziari,
rivelino in modo credibile anche l'impatto sociale e ambientale,
in linea con gli Obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu e la
recente modifica della Costituzione".
L'Asvis ha formulato nove proposte per le istituzioni
italiane, contenute in un policy brief: accelerare l'adozione
delle direttive Ue; calibrare il sistema di revisione e
assurance; sostenere le imprese, specialmente le pmi, nella
transizione informativa; rafforzare i processi di formazione;
favorire il flusso di dati Esg dalle imprese al sistema
finanziario; agevolare la finanza a impatto; digitalizzare
l'informazione e rafforzare la qualità e la comparabilità dei
ratings Esg; contribuire ai processi europei e internazionali di
standardizzazione della rendicontazione di sostenibilità; e
favorire una artecipazione più ampia e sistematica della società
civile.
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