Il 63% dei milionari dei Paesi del
G20 ritiene che l'influenza di un ristretto numero di super
ricchi sulla presidenza Trump rappresenti una minaccia per la
stabilità globale.
E' quanto riporta un sondaggio condotto da Survation per conto
di Patriotic Millionaires International a corredo, di una
lettera aperta "We must draw the line" sottoscritta da più di
370 tra miliardari e milionari di 22 Paesi che chiedono ai
leader presenti a Davos di porre un freno all'enorme
concentrazione di ricchezza che compromette la qualità delle
nostre democrazie e la tenuta della coesione sociale.
Tra i firmatari dell'appello in collaborazione con Oxfam,
Millionaires for Humanity, taxmenow e pubblicato all'indomani
dell'insediamento del nuovo presidente Usa - ci sono Abigail
Disney, Marlene Engelhorn, Brian Eno e Richard Curtis.
"È facile considerare l'elezione di una figura come Donald Trump
come un'aberrazione, ma non è questo il caso. - ha dichiarato
Abigail Disney, membro dei Patriotic Millionaires - Donald
Trump, insieme al suo "migliore amico" Elon Musk, sono il
risultato di decenni di inerzia dei leader mondiali, incapaci di
arginare livelli di disuguaglianza sempre più estremi. Difficile
essere ottimisti per i prossimi quattro anni - e forse anche più
- ma se la politica vuole fare qualcosa per garantire la
stabilità delle nostre democrazie, non deve far altro che
tassare di più i ricchi come me."
Tra le evidenze del sondaggio, che ha interpellato 2.902
milionari dei Paesi del G20 risulta che due terzi degli
intervistati ritengono che i super-ricchi abbiano interferito in
modo improprio nelle elezioni Usa; oltre il 70% concorda sul
fatto che i super ricchi influenzino in modo sproporzionato
l'opinione pubblica; 7 su 10 ritengono che il potere di
influenza dei super-ricchi stia portando ad un calo di fiducia
dei cittadini verso la democrazia, le istituzioni; il 70% è
favorevole ad un aumento delle tasse sui super-ricchi, per
ridurre le disuguaglianze e aumentare gli investimenti nei
servizi pubblici.
Rivolgendosi ai leader mondiali, i firmatari della lettera "We
must draw the line" affermano:
"la ricchezza non è più semplicemente una questione di valore. È
una questione di controllo. Se voi, leader politici,
continuerete a trascurare la crisi derivante da questa
vertiginosa concentrazione di ricchezza, le già vacillanti
fondamenta delle nostre sudate democrazie subiranno ulteriori
danni".
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