L'assedio al fortino delle Generali, la partita delle partite della finanza italiana, trova il suo snodo a Siena, araba fenice del credito italiano risorta dopo anni di perdite miliardarie e nel cui cda, accanto agli uomini del Tesoro, siedono quelli di Delfin e Caltagirone, protagonisti tre anni fa di un duro scontro con Mediobanca per il controllo del Leone di Trieste.
Con una mossa sorprendente il Monte ha annunciato il lancio di un'offerta pubblica di scambio (Ops) su Piazzetta Cuccia, ai cui azionisti offre 2,3 azioni in cambio di un'azione della banca guidata da Alberto Nagel, valorizzate 15,992 euro l'una, con un premio del 5% sulla chiusura di mercoledì, per una valutazione del capitale di Mediobanca di 13,3 miliardi.
"Creiamo un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e valorizzare ancora di più", afferma l'ad di Mps, Luigi Lovaglio, snocciolando i numeri dell'operazione: 700 milioni di sinergie, 600 di costi di integrazione, un indice patrimoniale pro-forma del 16%, un ritorno sul capitale del 14% e un utilizzo accelerato del 'tesoretto' fiscale rappresentato dalle Dta, che genereranno 500 milioni di capitale all'anno per sei anni, con un valore netto per gli azionisti di Mediobanca di 1,2 miliardi.
L'offerta, che Lovaglio definisce "amichevole", viene valutata come convincente dal governo orgoglioso della rinascita di Mps. E' letta invece come "ostile" da Piazzetta Cuccia, che riunirà il cda la prossima settimana per bocciarla e studiare le difese: eventuali operazioni straordinarie dovranno passare in assemblea, dove Caltagirone e Delfin hanno il 25%.
Sempre che in scena non intervenga un cavaliere bianco, in una partita a cui tutti - da Intesa a Unicredit - guarderanno con grande attenzione e sulla quale si mobilita anche la politica, con la benedizione di Fdi e della Lega, le caute aperture di Fi e le richieste di chiarimenti delle opposizioni a Giorgetti, a cui già nel 2022 Lovaglio aveva prospettato l'integrazione e alla cui azione il Tesoro non ha posto "alcun limite".
L'ad di Mps la definisce un'operazione "innovativa" che crea "valore per gli azionisti di Mps e Mediobanca" ma anche per "l'intero sistema Paese", creando un player bancario che si posiziona al "terzo posto" in "segmenti di business chiave", combinando la rete commerciale di Mps e l'expertise di Mediobanca nell'investment banking, nel wealth management e nel credito al consumo. Ma Mps metterà le mani anche sul 13% di Generali in mano a Mediobanca, che porta a un passo dal 30% le quote che gravitano attorno a Delfin (9,9%) e Caltagirone (6,9%). Entro 20 giorni Mps presenterà in Consob il documento d'offerta preceduto dalle richieste di autorizzazioni a tutte le autorità coinvolte (Bce, Bankitalia, Ivass, Antitrust).
L'ops, subordinata al conseguimento del 66,7% del capitale e finalizzata al delisting, arriverà sul mercato a giugno-luglio. Il 17 aprile l'assemblea di Siena, di cui il Mef, Delfin, Caltagirone e Anima detengono circa il 30% del capitale, voterà sull'aumento al servizio dell'offerta. Intanto la Borsa ha dato una sua prima valutazione a caldo: Mps perde il -6,9% a 6,49 euro mentre Mediobanca prende il volo mettendo a segno un +7,7% a 16,47 euro e trasformando il premio del 5% della mattina in uno sconto del 9,3% la sera.
Diversi analisti (Morgan Stanley, Kwb, Equita, Jefferies, Ig) hanno sollevato dubbi sulle sinergie ed evidenziato rischi per i ricavi di Mediobanca, che potrebbe perdere alcuni dei suoi banchieri, giudicando anche basso il prezzo e incerto l'esito dell'ops. Ma c'è anche chi come Scope Rating ne indica i possibili benefici e sottolinea il fatto che l'operazione appare chiaramente ben vista dal governo. "Degli impatti sui ricavi ci possono essere" ma saranno "marginali" rispetto alle sinergie generate dalla "combinazione del business retail", cioè credito al consumo e gestione del risparmio, afferma Lovaglio, che sottolinea l'assenza di "impatti sociali" per Mps, dopo gli oltre 4000 esuberi gestiti nel 2022. Il banchiere riconosce che si tratta di "un'operazione complessa" ma è convinto che si tratta della "migliore opzione" per Mps anche se "ci vorrà tempo per metabolizzarlo".
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