L'amministratore delegato di Banca
Mediolanum Massimo Doris non è stato contattato né dal suo
omologo in Mps Luigi Lovaglio né dal Tesoro sull'Ops lanciata da
Rocca Salimbeni su Mediobanca. Lo afferma rispondendo a una
domanda nel corso di una call con i giornalisti sui conti.
"Finora non c'è stato nulla - spiega - ma non escludo che
qualcosa possa arrivare".
Doris chiarisce che l'Ops di Mps su Mediobanca sarà oggetto
dei consigli di amministrazione di Mediolanum Vita e Banca
Mediolanum che detengono complessivamente il 3,49% di Piazzetta
Cuccia. "L'operazione è importante - spiega - ci vede coinvolti
perché siamo azionisti di Mediobanca". "Non è il sottoscritto a
prendere una decisione - prosegue - ma i consigli di
amministrazione che debbono discutere e decidere sul tema". "La
partecipazione è suddivisa tra Mediolanum Vita e Banca
Mediolanum - ricorda - al momento non ci sono ancora gli
elementi sul tavolo e il tema non è ancora stato affrontato, lo
faranno i due consigli quando sarà disponibile la documentazione
completa e poi il gruppo Mediolanum darà la sua visione
sull'operazione".
Quanto alla riunione del Patto di Mediobanca del prossimo 19
febbraio, a cui partecipa Mediolanum, "i pattisti si riuniranno
- spiega - ma la documentazione a disposizione si limita alle
dichiarazioni di Lovaglio e di Nagel".
Doris spiega che neanche Finivest, socia di Mediolanum poco
sopra il 30%, "finora non ha espresso nessun'opinione o
indirizzo". Nessuna opinione esprime lo stesso Doris neanche in
quanto azionista diretto di Mediobanca tramite Finprog, che ha
arrotondato la propria quota dallo 0,73 allo 0,96% "prima del
lancio dell'Opas". "Non ho nulla da aggiungere - spiega - è
molto probabile che come family office faremo quello che farà
anche Mediolanum, magari anche no, perché sono due cose
separate, vedremo".
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