"E' inaccettabile il meccanismo
che le vertenze si risolvano con lo spegnimento degli impianti
in marcia, viatico invece favorevole alla definitiva
desertificazione industriale del territorio già noto nel polo di
Portovesme". Lo sostengono i lavoratori della Portovesme srl che
si sono riuniti oggi in assemblea a seguito della comunicazione
dell'azienda di sospendere le attività per problemi
tecnico-ambientali dovuti alle iniziative di mobilitazione.
"Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec UIL, Rsu Portovesme srl
lavorano per non far spegnere le fabbriche e non il contrario. -
si legga ancora nella nota degli operai del sito Glencore -
Appare invece utile richiamare alle proprie responsabilità tutti
i soggetti imprenditoriali operanti dentro lo stabilimento di
Portovesme con la minaccia di licenziamenti di cui non si ha
traccia e poi smentiti. Questi meccanismi, modus operandi noti,
determinano sconcerto, rabbia, disorientamento tra i lavoratori.
Non si gioca sulla testa dei lavoratori. L'assemblea prende atto
invece, grazie al lavoro delle organizzazioni sindacali. che
tutte le lavoratrici e lavoratori operanti dentro lo
stabilimento sono coperti da strumenti di ammortizzatori
sociali; tra l'altro quello dei diretti scade il prossimo 26
aprile".
L'assemblea ritiene che "le vertenze si risolvano soltanto
creando le condizioni per implementare le attività lavorative
anche guardando al futuro; l'industria deve ancora rappresentare
un pezzo dell'economia del territorio. Il governo deve
rispettare gli impegni assunti, prendendo atto che a oggi nessun
player ha preso visione dei data room, e che nessuna risposta
strutturale è stata assunta sul prezzo energia. L'assemblea
ritiene invece che vada definito il percorso sul litio,
strategico nel percorso delle materie critiche, a cui va
aggiunto un percorso di filiera per la produzione di batterie al
litio anche con il supporto di altre aziende attraverso un
accordo di programma territoriale. Il governo convochi
immediatamente un tavolo per dare risposte rispetto agli impegni
assunti e non alimenti guerre tra poveri", si chiude la nota dei
lavoratori.
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