"Sono 1,3 milioni le imprese
femminili in Italia, pari al 22,2% del totale, e danno lavoro a
4,7 milioni di persone generando un fatturato tra i 200 e i 240
miliardi di euro, ossia il 10-12% del Pil nazionale. Tuttavia,
il divario economico rispetto alle imprese maschili è del 60%, a
dimostrazione che resta molta strada ancora da percorrere". Così
Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro, presentando i dati
elaborati dal Centro Studi dell'associazione, diretto da Sandro
Susini.
Secondo l'indagine di Conflavoro, intitolata 'L'imprenditoria
femminile in Italia tra crescita e ostacoli strutturali', il Sud
Italia ospita mezzo milione di imprese femminili (37%), mentre
la Lombardia guida la classifica con 182 mila aziende (15%),
seguita da Lazio (147 mila; 10,4%) e Campania (137 mila; 10,1%).
Queste tre regioni sono anche ai vertici in Europa, con la
Lombardia prima assoluta (236 mila imprese femminili e
lavoratrici autonome) e Lazio (194.500) e Campania (185 mila)
nelle prime 10.
"Nonostante i numeri incoraggianti, che testimoniano anche la
capacità delle imprenditrici italiane di competere su scala
internazionale, purtroppo le giovani donne stanno smettendo di
fare impresa, influenzate da ostacoli strutturali come l'accesso
al credito e la conciliazione vita-lavoro. Il 48% delle imprese
femminili è guidato da over 50, il 38% da 35-49enni e solo il
14% da under 35. Sostenere le donne imprenditrici non è più solo
una questione di giustizia sociale, ma anche una priorità
economica e di futuro del Paese. Non l'8 marzo, ma sempre",
sottolinea Capobianco.
Secondo Laura Baldi, presidente di Conflavoro Impresa Donna: "Le
imprenditrici italiane sono una risorsa fondamentale per il
Paese, creano valore e occupazione. Conciliare responsabilità
aziendali con quelle familiari resta però una sfida. Molte donne
imprenditrici devono scegliere tra la carriera e la maternità,
tra la carriera e la vicinanza ai figli minori o a parenti non
autosufficienti. Ogni anno ciò provoca la chiusura di circa 3200
imprese femminili. C'è un forte bisogno di politiche di tutela e
sostegno. Noi, insieme alle altre associazioni del Comitato
Impresa Donna del Mimit presieduto da Valentina Picca Bianchi,
stiamo lavorando proprio per garantire che anche le
imprenditrici abbiano gli stessi diritti delle lavoratrici
dipendenti. Un percorso non facile, ma giusto e che, sono certa,
porterà importanti risultati", conclude Baldi.
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