Tesla pagherà un conto "non trascurabile" dai nuovi dazi di Donald Trump sulle auto. Elon Musk lancia l'allarme sull'impatto che le tariffe annunciate dal suo suo capo avranno sul colosso delle auto elettriche. Ma secondo gli analisti la sua Tesla è la grande 'vincitrice' nella guerra commerciale lanciata dal presidente americano.
Con i suoi impianti in California e in Texas, il gigante di Musk è infatti "schermato" dall'effetto dazi sulle auto importate. E anche sul fronte dei componenti Tesla è in una posizione di vantaggio rispetto alle rivali: fra il 60 e il 75% di quelli che utilizza per le sue vetture è Made in Usa e questo la mette al riparo dalle tariffe che scatteranno entro maggio.
La maggior parte dei componenti usati nelle vetture americane arriva dal Messico, dal quale - in base ai dati del Census Bureau - sono stati importati negli Usa circa 83 miliardi di componenti nel 2024. Dall'Unione Europea, invece, sono stati importati lo scorso anno 46 miliardi di dollari di auto e 21 miliardi di componenti.
"Tesla vince, Detroit sanguina", hanno commentato gli analisti di Bernstein stimando un possibile calo fino al 30% del risultato ante oneri finanziari per Ford e General Motors nel 2025 a causa dei dazi e prevedendo un aumento medio del costo delle auto di circa 3.700 dollari. Per Morgan Stanley il rincaro rischia di essere ben superiore nell'ordine di quasi 6.000 dollari a vettura. "Tesla è la meno esposta alle tariffe", ha osservato l'analista di CFRA Garrett Nelson, ricordando che fra il 2022 e il 2024 il colosso di Musk è stato nominato la casa automobilistica "più americana" dalla rivista Cars.com.
Ben diversa la posizione delle altre grandi case automobilistiche che operano sul mercato statunitense. Per Detroit il conto da pagare si prospetta salato. Se Ford riuscirà probabilmente a limitare l'impatto grazie al fatto che circa l'80% delle auto vendute negli Stati Uniti è prodotta in Usa, per General Motors le prospettive sono più preoccupanti. Delle auto vendute da Gm negli States solo il 52% è assemblato nel paese. Secondo i dati di Wards Automotive e Barclays relativi al terzo trimestre del 2024, per Stellantis la quota è invece del 57% mentre per Volkswagen e Volvo è rispettivamente del 21% e del 13%. Bmw e Mercedes sono invece al 48 e al 43%.
Nell'annunciare i nuovi dazi, Donald Trump ha assicurato che Musk non ha pesato sulla decisione. "Potrebbe avere un conflitto" di interessi, ha ammesso il presidente che nelle scorse settimane ha trasformato la Casa Bianca in uno showroom Tesla per mostrare il suo sostegno all'uomo più ricco del mondo.
Con le tariffe Trump si augura di rilanciare la produzione di auto negli Stati Uniti, ma i suoi annunci sui dazi stanno creando incertezza fra le aziende americane in tutti i settori. Un'impresa su quattro - secondo alcuni sondaggi - ha infatti deciso di ridurre le assunzioni quest'anno per far fronte alla guerra commerciale. In controtendenza invece Walmart, che ha annunciato un investimento da sei miliardi in Messico tramite la sua divisione Walmex.
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