"E' necessaria un'ultima
chiamata alla politica perché dia piena attuazione alla riforma
Delrio della portualità o altrimenti riapriamo un tavolo per
pensare una nuova riforma che consenta di avere una strategia
condivisa del sistema portuale a supporto dell'economia del
Paese". Il presidente di Federagenti, la federazione nazionale
degli agenti marittimi, Gian Enzo Duci, dopo aver indicato nei
giorni scorsi un momento storico di grandi opportunità per i
porti italiani con la guerra fredda fra Cina e Usa e il disgelo
fra arabi e israeliani, rilancia la necessità, oggi più che mai,
complice anche il Covid-19, di una regia nazionale della
logistica dei trasporti e dei porti.
"Il tavolo di coordinamento dei presidenti delle Autorità di
sistema portuale e il tavolo di partenariato previsti dalla
riforma del 2016 avrebbero dovuto consentire di avere uno
strumento di coordinamento del sistema portuale italiano e allo
stesso modo anche un tavolo di confronto con gli operatori, ma è
una parte rimasta inattuata" ricorda Duci. "Abbiamo visto quanto
c'è bisogno di una regia anche quando, di fronte alla
possibilità di fare un intervento strutturale sull'intero
sistema delle infrastrutture in Italia, con il recovery fund,
abbiamo assistito all'ennesima corsa in ordine sparso di tutti i
soggetti: i singoli presidenti delle autorità portuali e degli
aeroporti, i gestori delle singole autostrade - prosegue -. E'
evidente che nel nostro Paese manca una regia chiara che abbia
presente quanto la logistica è essenziale ed è ancora più
preoccupante che sia avvenuto ora, con il Covid".
"Nel momento in cui riporti le persone in casa, devi avere un
sistema di distribuzione che funzioni in maniera
straordinariamente perfetta" dice ancora Duci. Paesi europei
come Germania, Francia, Svizzera e Olanda ed extraeuropei come
Cina e Giappone hanno supportato in questi anni la nascita di
campioni della logistica e da poco il colosso tedesco Hhla ha
firmato un accordo per diventare primo azionista della
piattaforma logistica del porto di Trieste.
"Mentre noi ci preoccupiamo della rotta artica - spiega Duci
- i nordeuropei si rendono conto di come il climate change nel
medio e lungo periodo crea problemi di accesso ai loro scali,
essendo quasi tutti porti che necessitano o un passaggio
fluviale o vanno soggetti a interramenti e per queste
problematiche è importante avere anche una sponda a Sud. Questo
dovrebbe darci un segnale: sta ragionando sul sistema dei porti
italiani più un' amministrazione pubblica tedesca di quanto non
stia facendo quella italiana. Quindi è indispensabile rimettere
mano alla riforma Delrio per darne quantomeno attuazione".
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