Il provvedimento sul Made in Italy
approda nell'Aula della Camera il prossimo lunedì, ma con alcuni
dubbi da parte della maggioranza per due norme che riguardano la
giustizia. A far discutere, non è solo la misura che attribuisce
la competenza alle Procure distrettuali Antimafia a giudicare
sulle contraffazioni, già con problemi di organico e oberate di
lavoro, ma anche quella che riguarda la distruzione delle merci
sequestrate. In particolare, in commissione Giustizia, chiamata
a dare il parere sul ddl, il deputato della Lega Davide Bellomo
(Lega) propone di inserire nel testo la previsione secondo la
quale prima di distruggere la merce contraffatta sequestrata si
dovrebbe chiedere il consenso all'indagato, sul quale incombe
l'onere di pagare la custodia di tali beni. Alla fine, infatti,
sottolinea Bellomo, "potrebbe avere tutto l'interesse a prestare
il suo consenso alla distruzione". "Perché questo - ha osservato
- renderebbe meno grave la circostanza per cui, in caso di
assoluzione, la merce non potrà più essere restituita in quanto
distrutta". Il relatore, Tommaso Antonino Calderone (FI), ha
spiegato di "condividere l'osservazione di Bellomo per due
ordini di ragioni: non solo in quanto, in caso di consenso, la
persona sottoposta alle indagini e successivamente assolta non
potrebbe lamentare alcunché, né invocare una lesione del suo
diritto di prova. Ma, in più, tale previsione può liberare lo
Stato dall'onere di tenere sotto custodia per lungo tempo merce
contraffatta e quindi inutilizzabile, i cui oneri nella massima
parte dei casi non sarebbero comunque recuperabili".
Tra i primi a sollevare perplessità sulla misura era stato il
deputato di Azione, Enrico Costa, secondo il quale "l'articolo
43 del provvedimento", che modifica l'articolo 260 del codice di
procedura penale in materia di distruzione dei beni sequestrati
"ampliando la possibilità di procedere in tal senso",
meriterebbe un'ulteriore riflessione. Secondo il parlamentare di
Azione si tratta "di un tema delicato, in quanto la distruzione
delle merci avviene senza che vi sia stato un processo né
sia stata effettuata una perizia". "E se poi l'uomo viene
assolto che succede? Tutta la sua merce sarebbe stata distrutta
invano?". La norma del disegno di legge prevede, infatti,
"l'immediata distruzione della merce contraffatta" sequestrata
"senza ricorrere all'impugnazione della misura cautelare reale e
quindi accelerando e snellendo l'attività processuale". Ma
stabilisce anche la conservazione della merce qualora lo
richieda la persona offesa o l'autorità giudiziaria ne ravvisi
la necessità ai fini dell'indagine. Quindi, nel ddl si dispone,
in caso di procedimento contro ignoti, la distruzione della
merce contraffatta, salvo la diversa decisione dell'autorità
giudiziaria.
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