"Abbiamo attraversato anni
complicati e anche oggi non abbiamo di fronte momenti facili ma
il tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia, e il mondo
della cooperazione ne è un asse portante, ha dato dimostrazione
di cosa significa fare azienda badando alla solidarietà, al
sociale: nei giorni difficilissimi del Covid imprenditori e
imprenditrici temevano di chiudere, ma pur di salvaguardare
posti di lavoro e la storia aziendale, erano pronti ad andare
avanti a tutti i costi". Lo ha affermato l'assessore regionale
alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, all'assemblea di
Confcoperative Alpe Adria a Palmanova, a cui è intervenuto anche
il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
"Proprio per il loro status le cooperative non sono, come
accade purtroppo per altre aziende, oggetto di acquisizione di
multinazionali straniere - ha osservato Bini -: non
delocalizzano e sono invece radicate sul territorio dove
investono, assumendo personale in loco. Inoltre, operano in
settori che realtà imprenditoriali più grandi hanno abbandonato
o ignorato per la scarsa redditività".
Dal mondo cooperativo, ha aggiunto, "abbiamo ricevuto
importanti contributi che sono confluiti nella legge
SviluppoImpresa e scriveremo spero assieme anche un'altra
importante legge, che andrà a raggruppare commercio e turismo in
un testo unico".
Confcooperative Alpe Adria è nata dall'unione di tre
associazioni territoriali del terzo settore, l'Unione
provinciale cooperative di Gorizia, la Federazione delle
cooperative e mutue di Trieste e l'Associazione cooperative
friulane di Udine. Oggi conta quasi 400 imprese cooperative con
oltre 24.500 soci, con un fatturato di circa 650 milioni e un
valore della produzione di circa 690 milioni.
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