Gli svizzeri votano domenica
prossima su un'iniziativa popolare che chiede l'introduzione
della tredicesima per i pensionati. Per i promotori si tratta di
dare più potere d'acquisto alle persone pensionate versando loro
13 mensilità dell'Assicurazione vecchiaia e superstiti (Avs,
primo pilastro del sistema pensionistico elvetico) all'anno,
invece delle 12 attuali.
Secondo gli ultimi sondaggi, il 53% dell'elettorato è favorevole
all'iniziativa, ma il sostegno è diminuito nel tempo e l'esito
dello scrutinio è quindi incerto.
I promotori dell'iniziativa, l'Unione sindacale svizzera e
alcune organizzazioni di pensionati, ritengono che la 13esima
mensilità sia indispensabile per le fasce più deboli: con il
prezzo di affitti, premi delle casse malattia e generi
alimentari in aumento - affermano - un numero crescente di
pensionati fatica ad arrivare alla fine del mese. Il governo e
la maggioranza del parlamento non ritengono che vi sia margine
finanziario per una 13esima mensilità per i pensionati e
raccomandano di respingere l'iniziativa 'Vivere meglio la
pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità Avs)'. Sullo
stesso fronte, i partiti della destra e del centro, così come le
principali organizzazioni economiche del Paese, che si oppongono
alla riforma che costerebbe quasi 4 miliardi di franchi svizzeri
all'anno, secondo le stime.
Il sistema previdenziale svizzero poggia su 3 pilastri: uno
statale (Avs, obbligatorio per tutti), un secondo professionale
(obbligatorio per le persone salariate) e un terzo privato
(facoltativo). Il voto di domenica concerne il primo pilastro il
cui scopo è di coprire il fabbisogno vitale durante la
vecchiaia. Oggi l'Avs è finanziata principalmente grazie ai
contributi salariali, al contributo della Confederazione e ai
proventi dell'imposta sul valore aggiunto.
Sempre domenica 3 marzo l'elettorato elvetico è chiamato alle
urne su una seconda iniziativa sempre sul tema delle pensioni.
Promossa dalla sezione giovanile del Partito liberale radicale
(destra), propone di innalzare l'età di pensionamento per
risanare il sistema in "difficoltà finanziarie": in una prima
fase, tra il 2028 al 2033, è previsto un aumento progressivo
dell'età per andare in pensione da 65 a 66 anni. In seguito
sarebbe adeguata in funzione della speranza di vita media
tramite una formula matematica. Il governo ritiene che un simile
automatismo sia troppo rigido e raccomanda di respingere il
testo. Stando ai sondaggi, con solo il 35% di pareri a favore,
questa seconda iniziativa si avvia verso la bocciatura. Il
popolo svizzero aveva accettato, nel settembre del 2022, di
aumentare gradualmente l'età della pensione delle donne da 64 a
65 anni, equiparandola a quella degli uomini, ma di strettissima
misura, con solo il solo il 50,5% dei voti a favore.
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