(Massimo Lapenda)
La parità di genere nel credito
bancario resta un miraggio con gli uomini che si aggiudicano il
doppio dei prestiti rispetto alle donne. A scattare la
fotografia del credit gender gap è la Federazione autonoma
bancari italiani (Fabi) secondo la quale complessivamente in
Italia il fenomeno vale quasi 70 miliardi di euro.
Lo stock dei finanziamenti alle famiglie concesso dagli
istituti di credito, nel 2023, ammontava a oltre 474 miliardi di
euro: di questi 164 miliardi è stato erogato agli uomini, 95
miliardi alle donne e 216 miliardi si riferiscono a contratti di
finanziamento cointestati. Il credito concesso alle donne è pari
al 20,1% del totale contro il 34,5% di quello degli uomini,
mentre valgono il 45,5% i finanziamenti cointestati. È un dato
di fatto che la "parità di genere passi anche per l'accesso al
credito e se questo funge ancora da leva per soddisfare
aspirazioni e progetti delle famiglie italiane, la
disuguaglianza finanziaria corre il rischio di differenziarne la
realizzazione", afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale
della Fabi.
La distanza tra le donne e il credito non divide però
l'Italia in due: il divario risulta omogeneo, infatti, in tutte
le aree geografiche del Paese.Una disparità che si ritrova
anche nell'occupazione del settore con le lavoratrici che sono
la maggioranza, il 50,5% del totale, ma "subiscono disparità
salariali e di carriera: una segregazione
verticale che non riconosce e non valorizza il loro contributo",
sottolinea la Fisac Cgil. Perchè le donne quadro sono il 35%
mentre gli uomini il 65%, le donne dirigenti sono soltanto il
20% contro un 80% di uomini. Insomma la solita storia. Solita
anche più in generale visto che la Uil ci ricorda che comunque
nel settore privato il gap salariale è addirittura del 30%, poco
più della metà (il 16,6%) nel pubblico.
Tornando al credito, la distanza dalle donne amplia la
"discriminazione di genere - dice Sileoni - e se l'inclusione
finanziaria rappresenta ancora un pilastro per la crescita
economica e sociale del Paese, anche il fattore denaro deve fare
la differenza. È necessario studiare tutte le misure possibili
per ridurre questi divari. Le banche, dal loro punto di vista,
potrebbero fare la loro parte aumentando i prestiti dedicati a
tasso agevolato ".
La situazione non cambia se si guarda alla previdenza, con le
pensioni rosa fortemente penalizzate. Le pensionate italiane,
secondo l'elaborazione della Fabi dei dati di Covip e Istat,
percepiscono in media un assegno mensile di 1.416 euro, mentre
gli uomini incassano 1.932 euro in media. Pur essendo
numericamente superiori (8,3 milioni rispetto ai 7,8 milioni di
uomini), alle donne sono stati erogati 141 miliardi mentre agli
uomini 180 miliardi circa. Nel settore della previdenza
complementare si riscontra che su 9,2 milioni di iscritti
totali, solo il 38,2% è donna, a fronte del 61,8% uomini. In
alcuni settori però almeno numericamente i ruoli si stanno
invertendo. E' il caso delle avvocate: nel 1985 le donne
avvocato in
Italia erano 3.450, pari al 9,3% del totale. Nel 2022, il loro
numero ha toccato quota 111.415, cioè il 49,4%. Il 57,9% degli
avvocati under 35 è donna, così come il 55,6% nella fascia di
età 35-44 anni.
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