(V. 'Importazioni sleali, blitz Coldiretti...', delle 10:55)
"Comprendiamo la logica che muove
Coldiretti, ma sarebbe opportuno chiarire ai consumatori che il
concentrato cinese comunque non finisce sulle loro tavole.
L'Italia è il primo Paese produttore ed esportatore di derivati
del pomodoro destinati direttamente al consumo finale".
Così l'Anicav, Associazione Nazionale Industriali Conserve
Alimentari Vegetali, a commento dei blitz di oggi degli
agricoltori della Coldiretti a Salerno e Bari.
"Concentrati, pelati, passate, polpe e pomodorini che
troviamo sugli scaffali dei supermercati - spiega l'associazione
in una nota - sono ottenuti da pomodoro 100% italiano di alta
qualità, come indicato anche in etichetta, che deve essere
lavorato entro 24 ore dalla raccolta, tempi di lavorazione
incompatibili con quelli che sarebbero necessari a importare la
materia prima da altri Paesi".
Le importazioni di concentrato non rappresentano, aggiunge
Anicav "un problema particolarmente rilevante per il nostro
sistema agricolo in quanto la concorrenza avviene su livelli
diversi. Si preferisce, infatti, destinare la materia prima
italiana a produzioni di maggiore qualità e più remunerative".
Le importazioni di concentrato che arrivano nel porto di
Salerno, spiega ancora l'associazione, "avvengono per lo più in
regime di temporanea importazione, per cui il concentrato entra
in Italia per poi essere riesportato verso Paesi extra
comunitari, lasciando in Italia solo il valore aggiunto che si
genera in termini di occupazione e marginalità". La vera
battaglia per la filiera, aggiunge, "è legata all'applicazione
sul territorio comunitario del principio di reciprocità per il
concentrato proveniente da Paesi extra Ue che non applicano i
nostri stessi standard etico-sociali ed ambientali e che per
questo fanno concorrenza sleale alle nostre imprese". "Tutti -
conclude - devono avere e rispettare le stesse regole".
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