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Anicav, le conserve nei supermercati italiani 100% made in Italy

Anicav, le conserve nei supermercati italiani 100% made in Italy

'Il concentrato cinese non finisce sulle tavole dei consumatori'

ROMA, 29 maggio 2024, 17:25

Redazione ANSA

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(V. 'Importazioni sleali, blitz Coldiretti...', delle 10:55) "Comprendiamo la logica che muove Coldiretti, ma sarebbe opportuno chiarire ai consumatori che il concentrato cinese comunque non finisce sulle loro tavole.
    L'Italia è il primo Paese produttore ed esportatore di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumo finale".
    Così l'Anicav, Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, a commento dei blitz di oggi degli agricoltori della Coldiretti a Salerno e Bari.
    "Concentrati, pelati, passate, polpe e pomodorini che troviamo sugli scaffali dei supermercati - spiega l'associazione in una nota - sono ottenuti da pomodoro 100% italiano di alta qualità, come indicato anche in etichetta, che deve essere lavorato entro 24 ore dalla raccolta, tempi di lavorazione incompatibili con quelli che sarebbero necessari a importare la materia prima da altri Paesi".
    Le importazioni di concentrato non rappresentano, aggiunge Anicav "un problema particolarmente rilevante per il nostro sistema agricolo in quanto la concorrenza avviene su livelli diversi. Si preferisce, infatti, destinare la materia prima italiana a produzioni di maggiore qualità e più remunerative".
    Le importazioni di concentrato che arrivano nel porto di Salerno, spiega ancora l'associazione, "avvengono per lo più in regime di temporanea importazione, per cui il concentrato entra in Italia per poi essere riesportato verso Paesi extra comunitari, lasciando in Italia solo il valore aggiunto che si genera in termini di occupazione e marginalità". La vera battaglia per la filiera, aggiunge, "è legata all'applicazione sul territorio comunitario del principio di reciprocità per il concentrato proveniente da Paesi extra Ue che non applicano i nostri stessi standard etico-sociali ed ambientali e che per questo fanno concorrenza sleale alle nostre imprese". "Tutti - conclude - devono avere e rispettare le stesse regole".
   

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