"Il nostro auspicio era, e rimane, di
una manovra incisiva, con una visione di politica industriale e
un impulso deciso sugli investimenti, per non disperdere, ma
anzi consolidare, quello slancio che l'economia italiana ha
saputo mostrare in anni recenti", dice in Parlamento il
direttore generale di Confindustria dopo aver avvertito:
"L'economia italiana è in sostanziale stallo".
"Preoccupa soprattutto - spiega Maurizio Tarquini -
l'andamento della produzione industriale, che è caduta di un
-7,4% negli ultimi 24 mesi" nel quadro di "una dinamica molto
debole dell'Eurozona". "Per l'Italia, ma anche per il resto
dell'Ue, preoccupa soprattutto la crisi tedesca". Mentre "si
aggiungono ulteriori vincoli, legati soprattutto al green deal".
"Questa situazione genera un rischio che è nostro dovere
evidenziare: perdere base produttiva, inducendo le imprese, che
oggi - molto più che in passato - non hanno particolari vincoli
su dove insediarsi, a farlo fuori dall'Italia, se non
addirittura fuori dall'Europa". "Non è un problema per la sola
industria, ma per il Paese, perché senza industria non c'è
lavoro, ma anche perché, con essa, verrebbe meno la componente
più vitale della nostra economia, quella che innova e che
compete sui mercati internazionali e che contribuisce in modo
determinante all'export, al positivo saldo commerciale e al
nostro sistema di welfare".
Sono due i fattori - spiega Tarquini - che rendono
"sostanzialmente" assente un sostegno a investimenti e imprese:
"l'abrogazione dell'Ace avvenuta lo scorso anno, cioè del
principale strumento di sostegno alla patrimonializzazione delle
imprese" ed "il lento avvio del Piano 5.0, anche per via di
stringenti regolamentazioni europee, pur destinato a specifiche
forme di investimento".
"In quest'ottica - prosegue il dg di Confindustria - i soli
interventi degni di nota sono quelli di proroga e
rifinanziamento del credito d'imposta per gli investimenti nella
Zes Unica, cui si affiancano il rinnovo del credito d'imposta
per la quotazione delle Pmi e il rifinanziamento della Nuova
Sabatini". Un elenco che "andrebbe integrato" da altre priorità:
dalle risorse per contratti di sviluppo e per la ricerca
industriale, o per il Fondo Ipcei per la partecipazione delle
imprese ai grandi progetti di interesse europeo, ad una messa a
punto del credito d'imposta per ricerca e sviluppo.
Per il Mezzogiorno "al venir meno di decontribuzione Sud si
affianca sì la creazione di un fondo quinquennale, che ne
conferma gli obiettivi" ma "la nuova misura, che andrà
concordata con l'Europa, ha connotati incerti e che andranno ben
coordinati proprio con quelli del credito d'imposta sugli
investimenti nella Zes Unica". E' una manovra che andrebbe anche
"rafforzata sul versante dell'accesso al credito". E va resa
"strutturale la riforma del fondo di garanzia per le pmi".
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