Prima un incontro a Palazzo Chigi,
per avere "chiarimenti sul piano politico" sugli sviluppi
dell'operazione di cessione, poi la discussione nel merito degli
ammortizzatori sociali: i sindacati di categoria pongono i loro
paletti intorno alla questione dell'ex Ilva, chiedendo di essere
convocati dal governo. Per questo l'incontro convocato al
ministero del Lavoro per discutere della richiesta di proroga di
cassa integrazione straordinaria - avanzata da parte di
Acciaierie d'Italia per 12 mesi per 3.420 lavoratori (di cui
2.955 a Taranto) - si è chiuso senza un accordo, con un rinvio
al 28 febbraio, data in cui scadrà l'attuale cigs.
La cassa integrazione "è un pezzo di un ragionamento molto
più complesso" ha spiegato Valerio D'Alò, segretario nazionale
della Fim Cisl, ricordando che "si sta per chiudere il termine
di ulteriori 10 giorni per la definizione delle gare" di
cessione degli impianti. In lizza, come noto, ci sono gli azeri
di Baku Steel (con Azerbaijan investment company), dati per
favoriti da indiscrezioni di stampa, e gli indiani di Jindal
Steel International, i due gruppi che hanno presentato rilanci
delle offerte. Sullo sfondo il fondo Usa Bedrock Industries, che
ufficialmente resta in gara ma sembra ormai fuori dalla partita.
"Ad oggi la priorità è che il governo si assuma la
responsabilità di convocarci per dirci che cosa stanno
discutendo con questi tre famigerati acquirenti" ha evidenziato
Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom Cgil.
Secondo il quale l'attuale azienda avrebbe tra l'altro riferito
di un "ritardo nel piano di ripartenza dello stabilimento"
legato "sia a questioni finanziarie che alla vendita". Anche per
Guglielmo Gambardella, segretario nazionale della Uilm, il
tavolo a Chigi è "importantissimo" per avere garanzie su
"risorse e occupazione". Un "confronto urgente" col governo l'ha
chiesto pure l'Usb, così come l'Ugl metalmeccanici, che
sollecita a sua volta una "trattativa su due binari, tecnico e
politico".
E mentre da Taranto Confindustria chiede di "chiudere presto
la vendita", dalla Turchia il ministro Adolfo Urso torna sulla
questione di una possibile partecipazione pubblica (che però lui
non vedrebbe di buon occhio). "Valuteremo sulla base anche delle
richieste dei player internazionali" ha detto, assicurando poi,
dopo la valutazione delle offerte da parte dei commissari, "un
confronto con i sindacati riguardo ai livelli occupazionali".
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