Il futuro del turismo sta
nell'integrazione tra offerta e prodotti dell'eccellenza
agroalimentare. L'analisi è presentata nel rapporto 2019 sul
Turismo a Verona redatto dall'Ufficio Studi e Statistica della
Camera di Commercio di Verona.
Il turista straniero, che conta 13,5 milioni di presenze
sulle 17,6 totali in provincia di Verona, ama acquistare
produzioni agroalimentari e vino scaligero una volta tornato in
patria. La relazione virtuosa tra turismo e export è
particolarmente evidente per i principali mercati di
destinazione che sono poi i Paesi da cui arrivano i principali
flussi turistici in provincia. Per il settore agroalimentare,
che ha superato i 3 miliardi di euro di export nel 2018, si
tratta di Germania, Austria, Svizzera e Regno Unito. Analizzando
il comparto del vino, il cui export valeva 984,4 milioni di euro
nel 2018, si verifica un posizionamento simile tra paese
d'origine del turista e mercato di destinazione per la Germania,
il Regno unito, la Svizzera, la Danimarca, il Belgio, la
Francia, tutti mercati nella top ten delle esportazioni
scaligere. Un analogo posizionamento si verifica anche per la
Cina, la Repubblica Ceca e l'Ucraina. "I dati confermano
l'esistenza di uno stretto legame tra turismo ed export, -
spiega Riccardo Borghero, Vice Segretario Generale della Camera
di Commercio di Verona - un circuito virtuoso in cui alcune
produzioni Made in Verona divengono polo di attrazione per il
territorio veronese e allo stesso tempo contribuiscono ad
orientare i mercati esteri verso nostri prodotti
dell'agroalimentare, tra cui il vino. Flussi turistici e consumi
di prodotti agroalimentari si influenzano a vicenda e molto
spesso la crescita degli uni condiziona favorevolmente lo
sviluppo degli altri".
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