In Puglia tra luglio e settembre il
saldo fra le imprese nate e quelle cessate è positivo di 1.859
unità. Con 960 iscrizioni e 456 cessazioni (saldo positivo di
504 unità) è la provincia di Lecce a far registrare il più alto
tasso di crescita trimestrale (+0,68), contribuendo alla tenuta
del Mezzogiorno rispetto al resto d'Italia e preceduta nella
graduatoria nazionale solo da Caserta (+0,80) e Trapani (+0,72).
Nella classifica regionale, dopo Lecce, le altre province
pugliesi hanno resistito allo tsunami con andamenti
sostanzialmente analoghi: Brindisi ha fatto registrare un tasso
positivo di 198 aziende (+ 0,53%), Taranto di 241 (0.48%),
Foggia di 324 (+0.45%) e Bari di 592 (+0,40%).
Sono i dati rilevati da Movimprese - Natalità e mortalità
delle imprese italiane registrate alle Camere di commercio,
relativi al terzo trimestre 2020, diffusi da Unioncamere e
Infocamere e rielaborati da Unioncamere Puglia.
"Questi dati - dichiara Luigi Triggiani, Segretario Generale
di Unioncamere Puglia - raccontano una impresa che in Puglia
subisce l'onda, però insiste e resiste. Non sono andamenti da
ciclo economico euforico, ma esprimono la voglia di provarci
ancora. Il calo delle cessazioni, in particolare, è un prodotto
delle misure di sostegno varate dallo Stato nel periodo di
lockdown, come anche il segnale di un clima di attesa vigile da
parte delle imprese. Il prossimo semestre sarà decisivo".
Per quanto concerne le forme giuridiche sono in crescita le
società di capitale, a testimonianza che anche i periodi di
crisi possono portare a una maggiore maturità imprenditoriale e
anche in questo caso è Lecce a primeggiare con un tasso
dell'1,25%, stessa cosa per le ditte individuali con lo 0,57%,
superando il tasso di crescita nazionale che è dello 0,83% per
le società di capitali e 0,30% per le ditte individuali.
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