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Resta a Milano il processo sulla truffa all'Inps, 'Santanché valuterà'

Resta a Milano il processo sulla truffa all'Inps, 'Santanché valuterà'

Il 10 febbraio in Parlamento il passaggio delicato del voto sulla sfiducia

MILANO, 30 gennaio 2025, 20:25

di Francesca Brunati e Igor Greganti

ANSACheck
Caso Santanché, l 'udienza del Gup potrebbe chiudersi entro maggio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Caso Santanché, l 'udienza del Gup potrebbe chiudersi entro maggio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Con la decisione della Cassazione di dichiarare la competenza della magistratura di Milano a giudicare Daniela Santanchè, imputata per truffa aggravata all'Inps, potrebbe essere vicino l'addio della ministra del Turismo al governo.

La scelta della Suprema Corte di rigettare la questione della competenza territoriale in favore di Roma sollevata dalla difesa che, con l'avvocato Nicolò Pelanda, ora attacca i giudici per aver appreso in anteprima dalla stampa l'esito della camera di consiglio, non rallenta il procedimento. Che altrimenti avrebbe dovuto fare un passo indietro e tornare alla fase della chiusura indagini.

Infatti, l'udienza preliminare riprenderà il prossimo 26 marzo e potrebbe chiudersi entro maggio, ma ancor prima c'è un'altra scadenza: quella del 10 febbraio, quando la Camera dei Deputati si riunirà per discutere la mozione di sfiducia del M5s nei confronti dell'ex proprietaria del Twiga e fondatrice di Visibilia, il gruppo da cui è uscita ma che le sta creando parecchi guai.

La votazione sarà palese. E il passaggio potrebbe diventare cruciale - si ragiona in alcuni settori della coalizione - perché potrebbe esporre la maggioranza ad un voto di fiducia che blinderebbe un esponente del governo che di lì a poco, però, potrebbe essere rinviato a giudizio, come possibile conseguenza, portarlo comunque alle dimissioni. Un teorico cortocircuito che potrebbe essere superato anticipando politicamente certe decisioni, si sottolinea.

Di rientro a Milano dall'Arabia, dove si è recata per la prima tappa in terra saudita del veliero Amerigo Vespucci, Santanchè ha dunque molto su cui riflettere. "Non mi dimetto, vado avanti" aveva detto nei giorni scorsi, salvo poi precisare "se me lo chiede Meloni me ne vado" di fronte all'irritazione del suo partito, Fratelli d'Italia, e sembra anche di Palazzo Chigi, per queste dichiarazioni, smentite, anche dopo la pubblicazione dell'audio sui siti dei quotidiani.

Adesso, però, la questione è diversa, perché ci sono tempi più certi sull'iter della vicenda giudiziaria. Non è un caso che il presidente del Senato Ignazio La Russa, da sempre vicinissimo alla ministra e compagna di partito, di cui è amico, definisca la decisione della Cassazione un "elemento di valutazione". "Credo che Daniela, quando ha detto che avrebbe valutato, può darsi che valuti anche questo" ha aggiunto.

Molti, dentro FdI, lo interpretano come un segnale di un crescente isolamento per Santanchè. Sabato mattina la senatrice potrebbe presentarsi alla direzione nazionale del partito dove, dopo il suo "chissenefrega" delle critiche, non è escluso un momento di confronto. A cui, prevede chi la conosce bene, la ministra non si sottrarrà.

Gli ermellini con la loro pronuncia in favore di Milano, hanno in sostanza ridato abbrivio al procedimento in cui la senatrice, il suo compagno Dimitri Kunz e una una terza persona, rispondono di truffa aggravata in uno dei filoni dell'indagine su Visibilia (ora risanato dall'amministratore giudiziario) per presunte irregolarità legate alla cassa integrazione ottenuta per 13 dipendenti durante il Covid con ingenti danni per l'Inps.

Anche se ancora non sono disponibili le motivazioni, qualche passaggio dell'intervento della pg Simonetta Ciccarelli, potrebbe dare una traccia su quale sia stato il loro ragionamento. "Si ritiene venga accordata prevalenza alla tesi dell'Inps - ha detto in udienza la sostituta pg - che fa osservare come la dichiarazione" della società del 31 maggio 2020 per ottenere la Cassa Integrazione per i dipendenti "è stata presentata" nella sede del capoluogo lombardo. Inoltre non può essere accolta neppure la tesi del difensore, l'avvocato Nicolò Pelanda, che ha insistito oltre che per il trasloco del procedimento nella Capitale, anche per la rideterminazione del reato in "indebita percezione a danno dello Stato di erogazioni pubbliche".

Intanto gli atti del fascicolo a breve ritorneranno a Milano per l'udienza preliminare che, tra meno di due mesi, potrebbe essere celebrata davanti a un nuovo gup, in quanto Tiziana Gueli, assegnataria del procedimento, prenderà servizio come giudice del dibattimento. Quel che è quasi sicuro è che, salvo complicazioni, essendo tre gli imputati ed essendo stata risolta la questione della competenza, si ricomincerà con la discussione della procura che ribadirà di certo la richiesta di rinvio a giudizio della senatrice di Fdi. Dopo di che toccherà alla parte civile Inps e infine alle difese. La previsione è che il procedimento si possa risolvere in due o tre udienze.

 

La difesa: 'Follia sapere da stampa la scelta della Cassazione'

"E' una follia. A noi avvocati non è ancora stato comunicato nulla e ci era stato assicurato in tutti i modi, anche dalla Corte di Cassazione, che la notizia non sarebbe stata passata ai giornali prima. E' vergognoso".

Così Nicolò Pelanda, difensore di Daniela Santanchè. Il legale non ha ancora ricevuto alcuna notifica relativa alla decisione sulla competenza territoriale del procedimento in cui la senatrice risponde di truffa aggravata ai danni dell'Inps, ma ha saputo dalla stampa che resta a Milano.

"I giornalisti fanno giustamente i giornalisti. I magistrati dovrebbero avere un po' più di rispetto per gli avvocati". 

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