Nel primo trimestre 2025 per le imprese italiane continuano a prevalere le valutazioni di peggioramento sia della situazione economica generale corrente sia delle proprie condizioni operative a breve termine. E sulle prospettive delle aziende per l'anno corrente gravano l'incertezza e le preoccupazioni derivanti dagli effetti diretti o indiretti delle politiche commerciali degli Stati Uniti. E' quanto emerge dall'indagine sulle aspettative di inflazione e crescita della Banca d'Italia secondo cui le aspettative delle imprese sull'inflazione sono salite su tutti gli orizzonti di previsione, pur rimanendo su valori inferiori al 2%.
Secondo Bankitalia sono tuttavia migliorati i giudizi sull'andamento delle vendite, sia correnti sia per il trimestre successivo, in particolare nella manifattura, grazie alla domanda estera. Per il prossimo trimestre si prefigura quindi anche un'espansione dell'occupazione in tutti i settori, con aumenti salariali nel complesso contenuti. Nelle costruzioni i giudizi sulla domanda e sulle condizioni operative restano migliori che nel resto dell'economia, ma è rallentata l'attività delle imprese operanti prevalentemente nel comparto residenziale. Per quanto riguarda gli investimenti, pur ritenendo le condizioni per investire ancora sfavorevoli, le imprese si attendono un aumento della spesa nominale per investimenti nel 2025 in linea con quello previsto nella precedente indagine. Le valutazioni sull'accesso al credito risultano stabili e la posizione di liquidità è ritenuta nel complesso soddisfacente. In particolare, nel primo trimestre di quest'anno, il saldo tra le valutazioni di miglioramento e di peggioramento della situazione economica generale del Paese, negativo dall'inizio del 2022, si è ulteriormente deteriorato (a -30 punti percentuali, da -25 nella precedente rilevazione. Le valutazioni sono peggiorate soprattutto tra le imprese dei servizi (a -29 da -19) e, nelle costruzioni, tra le aziende che operano maggiormente nel comparto residenziale; il saldo è invece rimasto stabile, su valori bassi, nell'industria in senso stretto.
Pur registrando un moderato progresso, le attese delle imprese sulle proprie condizioni operative nei prossimi tre mesi rimangono complessivamente deboli, con dinamiche settoriali eterogenee: nell'industria in senso stretto il saldo negativo tra i giudizi di miglioramento e di peggioramento si è decisamente attenuato (a -8 punti percentuali da -16 nella precedente rilevazione), mentre è marginalmente peggiorato nei servizi (a -6 punti); il saldo è rimasto appena positivo nelle costruzioni. Sulle prospettive continuano a gravare principalmente l'incertezza economico-politica e l'andamento dei prezzi del gas, dell'elettricità e, in misura più contenuta, del petrolio. Le imprese, soprattutto quelle dell'industria in senso stretto, hanno segnalato anche crescenti timori connessi allo scenario internazionale. In particolare, il 44% delle imprese esportatrici si attende che nei prossimi 12 mesi le politiche commerciali restrittive degli Stati Uniti avranno un effetto negativo sul volume delle loro vendite in quel mercato, con un'intensità media o elevata in circa due terzi dei casi. Le preoccupazioni sono più accentuate fra le aziende del Nord Ovest.
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