La manifestazione a Buenos
Aires in occasione della Giornata della Memoria in cui i
movimenti di difesa dei diritti umani hanno ricordato il golpe
militare del 1976, è stata secondo gli organizzatori "una delle
più grandi dal ritorno alla democrazia in Argentina", con una
partecipazione di "oltre 400.000 persone".
Numerosi cortei, scrive oggi l'agenzia di stampa AN, hanno
sfilato ieri verso la storica Plaza de Mayo, ripetendo la parola
d'ordine do 'Memoria, Verità e Giustizia', in ricordo dei
"30.000 desaparecidos" causati dalla dittatura militare.
In coincidenza con la mobilitazione il governo ha diffuso un
video in cui alcune personalità hanno sostenuto sia che gli
scomparsi non sono stati davvero 30.000, sia che si è ignorata
la violenza esercitata negli anni '70 dalla guerriglia dell'Erp
e dei Montoneros contro militari e le loro famigliari.
Di fronte a tale iniziativa la presidente delle Nonne di
Plaza de Mayo, Estela Carlotto, e il premio Nobel per la Pace,
Adolfo Pérez Esquivel, hanno criticato nei loro interventi il
presidente Javier Milei e "il negazionismo di cui è promotore".
Nella sua conferenza stampa quotidiana, il portavoce
presidenziale Manuel Adorni ha difeso oggi il contenuto del
video, assicurando che esiste "un settore della politica" che
"si sforza di collegare il governo alla dittatura militare".
Adorni ha anche accusato questo settore dell'opposizione di
essere "antidemocratico" per aver "espresso apertamente il
desiderio di rovesciare" l'attuale amministrazione.
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