Una lunga giornata di caccia al premier, che è partita alle 8:45 con il collaudatissimo Bernard Cazeneuve, politico di lungo corso ricevuto per primo all'Eliseo, per concludersi con un jolly a sorpresa, il nome che Emmanuel Macron ha tirato fuori dal cilindro spingendo molti ad andare a cercare su Wikipedia chi fosse Thierry Beaudet, diventato il favorito.
Un neofita della politica, un "tecnico", che sancisce l'ingresso della Francia nel novero dei paesi che si rivolgono, nell'impasse della politica, a un manovratore esterno. Dopo 55 giorni dai risultati delle elezioni legislative, con una guerra di posizione fra Macron, i centristi, la destra e il blocco del Nuovo Fronte Popolare (Nfp), il gruppo più numeroso nell'Assemblée Nationale, il profilo dei possibili premier si è finalmente precisato.
Macron ha pensato al moderato di sinistra Cazeneuve, ex primo ministro di François Hollande ed ex socialista che avrebbe potuto trovare qualche appoggio fra le vecchie amicizie nella gauche; poi ha pensato a Xavier Bertrand, che fra i Républicains è il più disponibile al dialogo; infine è sembrato propendere per Beaudet.
Primo, non trascurabile, segnale politico, le parole di Lucie Castets, unica candidata targata Nfp, che finora aveva opposto soltanto il netto rifiuto a qualsiasi altra soluzione: "Il Nfp sosterrà un candidato in grado di cambiare la politica condotta in questo paese". Parole che sembrano, se non un'apertura, una possibilità di non chiudere la porta.
Ma chi è Thierry Baudet? L'uomo che potrebbe guidare il governo francese è attualmente presidente del Cese, il Consiglio economico, sociale ed ambientale, di fatto la "terza camera" francese. Ha 62 anni, ha consacrato gran parte della carriera al sociale, al mondo della previdenza, diventando presidente della Federazione nazionale delle "mutuelles" francesi.
Aveva aspramente criticato lo scioglimento del Parlamento da parte di Macron, sul piano politico si è pronunciato per l'eutanasia e contro la legge sull'immigrazione, partecipando anche ad alcune manifestazioni di piazza. Viene descritto come uomo dalla grande capacità di "ascolto" degli interlocutori, grande lavoratore, riformatore. In sostanza: credibilità e competenza ma nessuna esperienza politica.
L'ecologista Sophie Taillé-Polian l'ha bollato con uno slogan: "Monsieur Beaudet, que personne ne connait", il Signor Nessuno. I responsabili sindacali sembrano non ostili, nel campo presidenziale, un alto esponente che vuole restare anonimo ha affermato: "E' un ragazzo affascinante, della sinistra moderata, ma tra vendere consenso al Cese e andare nella fosse dei leoni all'Assemblée Nationale, c'è un po' di differenza...".
L'impressione di tutti è che, ancora una volta, Macron abbia preso un po' tutti di sorpresa e non abbia consultato nessuno al di fuori dei convocati di oggi all'Eliseo: i due presunti candidati premier, Cazeneuve e Bertrand, più i suoi predecessori all'Eliseo, Nicolas Sarkozy e François Hollande. E in serata Gabriel Attal, il giovane premier rimasto in carica per gli affari correnti e da lui politicamente sempre più distante. "Ancora non so se questa sera sarò ancora al mio posto", aveva risposto qualche ora prima agli studenti di una scuola dove era in visita per il giorno del rientro in classe dopo le vacanze.
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