Gli investigatori che stanno
indagando su Yoon Suk-yeol, per la sua breve dichiarazione della
legge marziale a inizio mese, hanno affermato oggi di aver
chiesto un mandato d'arresto per il presidente sudcoreano
sospeso, dopo che ieri non si è nuovamente presentato a un
interrogatorio.
Yoon il 3 dicembre ha sospeso brevemente il governo civile del
Paese asiatico, facendo sprofondare la Corea del Sud nella sua
peggiore crisi politica da decenni. È stato privato dei suoi
doveri presidenziali dal parlamento, ma è in attesa di una
sentenza della Corte costituzionale sulla conferma
dell'impeachment. Il leader conservatore deve anche affrontare
accuse penali di insurrezione, che potrebbero comportare
l'ergastolo o addirittura la pena di morte. Ex procuratore, Yoon
era stato convocato tre volte dagli investigatori per essere
interrogato ma si è rifiutato di presentarsi ogni volta. "Il
quartier generale delle indagini congiunte ha presentato un
mandato d'arresto per il presidente presso la corte distrettuale
occidentale di Seul", ha affermato il team d'inchiesta in una
dichiarazione. La richiesta degli investigatori segna il primo
tentativo nella storia del Paese asiatico di detenere con la
forza un presidente prima che la procedura di impeachment sia
completata. Yoon è indagato dai procuratori e da un team
congiunto composto da polizia, ministero della Difesa e
funzionari anticorruzione. Un rapporto di 10 pagine dei
procuratori afferma che Yoon aveva autorizzato l'esercito a
usare le armi se necessario per entrare in parlamento durante il
suo fallito tentativo di legge marziale.
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