Un tribunale sudcoreano ha emesso il
mandato d'arresto richiesto ieri nei confronti del presidente
deposto Yoon Suk-yeol, dopo il suo fallito tentativo a inizio
mese di imporre la legge marziale. Lo hanno reso noto oggi gli
investigatori.
"Il mandato di arresto e il mandato di perquisizione contro il
presidente sono stati emessi questa mattina", ha detto in una
nota l'autorità congiunta incaricata delle indagini su Yoon.
"Non è stato stabilito alcun calendario per il proseguimento
delle procedure", ha aggiunto. E' la prima volta nella storia
della Corea del Sud che un presidente viene preso di mira da
un'azione legale di questo tipo, con Yoon Suk-yeol ancora
ufficialmente in carica in attesa della sentenza della Corte
costituzionale sulle sue dimissioni, adottata il 14 dicembre
dall'Assemblea nazionale. Attualmente è sospeso dall'incarico e
la corte dovrebbe confermare o annullare le sue dimissioni entro
metà giugno. Yoon ha sbalordito il Paese asiatico il 3 dicembre
proclamando di sorpresa la legge marziale e inviando l'esercito
in Parlamento. È stato costretto a fare marcia indietro poche
ore, dopo sotto la pressione dei deputati e di migliaia di
manifestanti. Ex procuratore, il 64 anni Yoon si è rifiutato per
tre volte di ottemperare alla convocazione per essere
interrogato sul suo colpo di Stato, portando ieri alla richiesta
di un mandato d'arresto contro di lui.
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