La Cdu è "pronta a guidare il Paese". E l'assicurazione viene data ancora una volta, come in passato: "mai" con l'ultradestra di Afd. Friedrich Merz corregge il tiro e garantisce che i cristiano-democratici tedeschi vinceranno le elezioni e non collaboreranno con il partito di Alice Weidel.
"Noi possiamo assicurare una cosa: con il partito che si fa chiamare Alternative fuer Duetschland non collaboreremo, né prima, né dopo. Mai. Afd si riconosce contro tutto quello che il nostro partito e il nostro Paese ha costruito. È contro il legame dell'Occidente, contro l'euro, contro la Nato, e noi faremo di tutto per renderlo il più piccolo possibile. Non ci sarà alcuna collaborazione, nessuna concessione, nessun governo di minoranza. Assolutamente nulla".
Parole accolte da una lunga, dimostrativa ovazione dei delegati riuniti al congresso straordinario di Berlino, per sottolineare l'importanza della riparazione di quella mossa impulsiva del candidato Kanzler, che ha portato centinaia di migliaia di tedeschi a protestare in Germania nel weekend.
La drammatica apertura ad Afd sulla stretta ai migranti, criticata anche da Angela Merkel, continua del resto a ritorcersi contro il partito, con cori disseminati ancora oggi in tutta la capitale: 'Cdu, shame on you!'. Dopo il corteo di 250 mila persone che ieri ha raggiunto l'Adenauer Haus, partendo dal luogo in cui mercoledì scorso tutto è iniziato con la mozione passata grazie alla destra: il Bundestag.
I cristiano-democratici sono però un partito solido, molto professionale, in grado di dimostrare coesione proprio nei momenti di crisi. E in questo clima di emergenza Merz ha riscosso appoggio pieno dai colleghi, con ben sette minuti di applausi al suo discorso e un voto unanime al programma blitz su immigrazione ed economia.
Non solo. C'è la garanzia di poter contare al 100% sull'appoggio della Csu di Markus Soeder: "Sono andato pure nel Sauerland (la regione da cui proviene Merz) - ha scherzato il bavarese - per la prima volta nella mia vita!" Mentre la Faz si spinge a scrivere: il ruolo dell'enfant terrible dei conservatori è stato preso dall'ex cancelliera, "che invece di una frecciatina ha dato una pugnalata" al suo successore alla testa del partito.
Anche lui, l'avvocato milionario noto per il temperamento collerico, stavolta non ha perso la calma. "Siamo molto decisi e vinceremo queste elezioni con un ottimo risultato", ha affermato. Il suo discorso è stato un regolamento di conti innanzitutto con "l'economia verde" che starebbe distruggendo l'industria tedesca: "Tre anni di seguito in recessione. Non è mai accaduto prima nel dopoguerra in Germania, e non sta accadendo in nessun altro Paese industriale".
La Repubblica federale ha bisogno di prendere "una nuova direzione". "In un lasso di tempo molto breve, la politica economica del semaforo ha portato a una brusca ondata di deindustrializzazione. Una continuazione di questa politica distruggerebbe il cuore della nostra economia, ovvero l'industria manifatturiera", ha dichiarato.
Via i lobbisti delle ong verdi dal ministero dell'Economia, ha scandito quindi, assicurando che la Germania non si farà più influenzare dallo Zeitgeist "per prendere decisioni sbagliate come l'uscita dal nucleare". E se Berlino è diventata anche "ghost driver della politica energetica e climatica" nel mondo, la Cdu correggerà questo stato di cose, pur riconoscendo tutta la gravità del cambiamento climatico. Ma basta al catastrofismo, la promessa.
La politica economica del governo Scholz, ha insistito, "è stata caratterizzata da una fiducia sfrenata nello Stato, da una profonda sfiducia nei processi di mercato e, soprattutto, da uno zelo quasi missionario nel microgestire interi settori e aziende". Il risultato sono quasi tre milioni di disoccupati, 400.000 in più rispetto a quando Scholz è entrato in carica. Merz vuole adesso "rimettere il Paese a posto". "Il mondo dovrà di nuovo guardare a questo Paese con rispetto", la conclusione. Mentre Soeder gli fa da spalla: "Scholz è stanco, Habeck è spezzato, Friedrich Merz ha l'energia giusta per farcela".
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