La Corte Suprema respinge Donald Trump su Usaid, e stabilisce che devono essere riavviati i due miliardi di dollari di pagamenti dovuti agli appaltatori che hanno già completato il loro lavoro. I saggi, con cinque voti a favore e quattro contrari, hanno bocciato la richiesta del presidente americano di respingere l'ordinanza del tribunale di prima istanza.
Trump aveva deciso di azzerare il 92% dei finanziamenti destinati all'estero di Usaid, l'agenzia per lo sviluppo finita nel mirino del presidente e del first buddy Elon Musk fin dalle prime ore alla Casa Bianca.
I tagli a circa 10.000 progetti consentiranno di risparmiare 60 miliardi di dollari, contribuendo così in modo sostanziale all'obiettivo di riduzione delle spese pubbliche del Dipartimento per l'Efficienza del governo di Musk.
La sforbiciata agli aiuti esteri arriva al termine di una revisione dei contratti di Usaid e rappresenta una ritirata degli Stati Uniti dall'assistenza oltreoceano, considerata per decenni nell'interesse americano in quanto in grado di portare stabilità e creare alleanze.
Il quasi azzeramento degli aiuti si inserisce nella volontà del presidente di smantellare l'Usaid, come dimostrato anche dai licenziamenti di massa del suo personale. Agli ex dipendenti sono stati concessi solo 15 minuti per raccogliere i loro averi dalle scrivanie e lasciare l'edificio. Davanti alla sede decine di manifestanti hanno espresso la loro solidarietà ai lavoratori licenziati, ringraziandoli di quanto fatto per anni. "Stiamo eliminando notevoli sprechi".
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