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Gb: 'Colloqui con 20 Paesi per la coalizione dei volenterosi'

Gb: 'Colloqui con 20 Paesi per la coalizione dei volenterosi'

L'intenzione è dare vita a un contingente di peacekeeper da schierare in Ucraina per garantirne la sicurezza

LONDRA, 06 marzo 2025, 20:00

di Alessandro Logroscino

ANSACheck
Westminster, Londra © ANSA/EPA

Westminster, Londra © ANSA/EPA

Le incognite restano più delle certezze, ma "la coalizione dei volenterosi" per l'Ucraina evocata dal premier britannico Keir Starmer incomincia a prendere forma: almeno sulla carta e almeno a livello di adesioni potenziali, mentre il presidente Volodymyr Zelensky già annuncia per l'11 marzo una riunione operativa militare dei generali dei "Paesi più coinvolti", con Emanuel Macron, per cercare di definire "una visione condivisa".

Fra i "passi molto positivi" delle ultime ore ci sono intanto, nelle parole di una fonte governativa di Londra, i colloqui che il Regno annuncia di aver già intavolato con circa 20 altri Paesi sul progetto messo sul tavolo dal primo ministro laburista solo cinque giorni fa alla Lancaster House.

Alleati disposti a valutare un coinvolgimento vario titolo a un'operazione di peacekeeping a tutela della sicurezza ucraina, dopo un eventuale accordo con Mosca sulla cessazione delle ostilità, ha evidenziato la fonte: ammettendo come sia prematuro indicare chi possa essere pronto a spedire in futuro militari 'boots on the ground' e chi invece immagini di dare altre forme di "supporto".

Il funzionario mandato in avanscoperta da Downing Street e dal Foreign Office non ha dunque fornito alcuna lista, limitandosi a precisare per adesso che le nazioni "interessate" sono "in larga parte europee e del Commonwealth": sodalizio nato dalle ceneri dell'Impero britannico di cui fanno parte fra gli altri il Canada e l'Australia, oltre a vari Stati asiatici, africani, oceanici o caraibici. Non senza richiamare segnali di "un desiderio" diffuso fra i partner degli Usa - presi in contropiede dalla svolta dell'amministrazione di Donald Trump - a "svolgere un ruolo fra i volenterosi".

Londra non nega d'altronde che la partita sia "ancora a uno stadio iniziale", in "una situazione molto fluida". Mentre la Cnn americana raccoglie informazioni ufficiose secondo cui "il nerbo" dell'ipotetica missione sul terreno verrebbe garantito in effetti solo da Gran Bretagna, Francia e Turchia. Con altri attori che potrebbero essere coinvolti a livello economico o logistico: fino alla piccola Irlanda, membro dell'Ue ma non della Nato, e dotata storicamente di una forza militare minima nel solco d'una tradizione strettamente neutralista, che a margine di un vertice bilaterale con il vicino britannico a Liverpool si dice ora intenzionata a valutare lei pure un contributo di "soldati di pace", per quanto simbolico.

L'idea della "coalizione dei volenterosi" - da inviare in Ucraina dopo lo stop della guerra in corso con compiti di dissuasione di eventuali minacce russe future - era stata riesumata da Starmer domenica in occasione del vertice convocato a Londra alla presenza dei leader di 16 Stati euroatlantici (Italia inclusa). Illustrata da sir Keir alla stregua di un progetto a guida britannica, con la Francia di Emmanuel Macron al fianco e la possibile aggiunta in prima fila di "uno o due altri Paesi" al massimo (fra cui ha poi fatto capolino la Turchia); ma sempre condizionata a un ripensamento del no di Trump sulla concessione di precise "garanzie di sicurezza" americane.

Ripensamento che per ora non c'è stato. Mentre si conferma la furiosa opposizione russa a qualunque dislocamento di militari del vecchio continente in territorio ucraino, bollato quasi a mo' di un atto di guerra al di là dell'etichetta di peacekeeper. Il Regno Unito, ha tuonato oggi stesso in un'intervista a Sky News Uk l'ambasciatore di Mosca a Londra, Andrei Kelin, vuole in realtà porsi "a capo di coloro che resistono alla pace". Una pace che il Cremlino è "pronto invece a negoziare in tempi rapidi", ha rilanciato. E su cui "l'approccio del presidente Trump, che conosce bene la storia della genesi del conflitto" con Kiev, appare "molto diverso da quello dei leader europei". 
   

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