Vladimir Putin ha accusato Emmanuel Macron di voler "tornare ai tempi di Napoleone", ricordandogli "come è finita" l'invasione della Russia, cioè con la disfatta dei francesi e con Parigi occupata dai russi. E' questa la risposta del capo del Cremlino al discorso televisivo con il quale mercoledì sera l'inquilino dell'Eliseo ha candidato la Francia a sostituirsi agli Usa nella difesa di tutta l'Europa, proteggendola con il suo ombrello nucleare da quelle che ha presentato come le minacce di Mosca.
"Ci sono ancora alcuni che non possono rimanere calmi, c'è ancora gente che vuole tornare ai tempi di Napoleone, dimenticando come è finita", ha detto Putin durante un incontro con il personale della fondazione Difensori della Patria, impegnata nel sostegno alle truppe russe nel conflitto in Ucraina. "Tutti gli errori dei nostri nemici sono cominciati da qui, sottovalutare il carattere del popolo russo", ha aggiunto il presidente.
Le dichiarazioni di Putin sono state diffuse dalle agenzie di Mosca in serata, dopo un fuoco di sbarramento contro le parole di Macron durato per tutta la giornata. Aveva cominciato di primo mattino la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, definendo il presidente francese un "Ole-Lukoye atomico". Un riferimento al personaggio di una fiaba di Hans Christian Andersen, il cui nome è tradotto in italiano con Ole Chiudigliocchi, dotato di due ombrelli magici con i quali protegge i bambini durante il sonno. Ha proseguito il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, accusando Macron di volere "la continuazione della guerra". Poi è stata la volta del ministro degli Esteri Lavrov, che ha paragonato il presidente francese anche a Hitler, oltre che a Napoleone, chiosando che loro erano più sinceri di lui. "Loro - ha spiegato il capo della diplomazia di Mosca - dicevano apertamente che volevano conquistare, sconfiggere la Russia. Lui apparentemente vuole la stessa cosa, ma dice che è necessario combattere la Russia di modo che essa non sconfigga la Francia, e che la Russia rappresenta un pericolo per la Francia e l'Europa".
Invece, secondo Lavrov, è la Russia che si sente minacciata dalle parole di Macron sull'ombrello nucleare. "Se ci vede come una minaccia e dice che è necessario prepararsi a usare armi nucleari contro la Russia, certamente questa è una minaccia", ha affermato il ministro degli Esteri. Così come Mosca vede una minaccia nell'eventuale schieramento di peacekeeper europei in Ucraina, che continua a giudicare inaccettabile. Ciò significherebbe "un coinvolgimento diretto, ufficiale, aperto dei Paesi Nato nella guerra contro la Russia", ha detto Lavrov.
Il Cremlino ha sottolineato invece la sintonia con Washington dicendosi d'accordo con il segretario di Stato Usa Marco Rubio, che in un'intervista a Fox News ha definito quella in Ucraina "una guerra per procura tra potenze nucleari" che "deve finire".
"E' veramente così", e "concordiamo che è tempo di mettere fine a questo conflitto e questa guerra", ha risposto Peskov. Nessuno sa ancora quale punto d'intesa Usa e Russia possano raggiungere per mettere fine a una tragedia che dura da oltre tre anni.
Mosca vuole una soluzione che le "assicuri la calma in una prospettiva storica di lunga durata", ha detto Putin. Per poi aggiungere un avvertimento enigmatico: "Non abbiamo bisogno di niente che non è nostro, ma non rinunceremo a niente che è nostro".
Quanto a un possibile ruolo di Macron nelle trattative, Lavrov lo ha liquidato con poche parole: se vuole può telefonare a Putin, "niente lo vieta" perché il presidente è disponibile "a contatti con tutti i suoi colleghi". Una concessione che non sembra promettere un grande successo.
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