Donald Trump prepara il terreno per i colloqui di sabato con la Cina evocando la possibilità di ridurre i pesanti dazi imposti contro la superpotenza rivale e, al contempo, invitando Pechino ad aprire il suo mercato agli Stati Uniti. "Una tariffa dell'80% sulla Cina sembra giusta! Dipende da quello che mi dice Scott B.", ha scritto il presidente americano su Truth riferendosi al suo segretario al Tesoro Bessent che nel weekend sarà a Ginevra per i colloqui con il vice premier cinese He Lifeng, accompagnato dal rappresentante per il Commercio Usa Jamieson Greer, uno degli architetti dell'accordo con la Gran Bretagna. Nel suo post, il tycoon non ha specificato se la riduzione dal 145% all'80% dei dazi sui prodotti cinesi possa essere quella definitiva o se si tratterà di uno status provvisorio.
Secondo diversi media americani l'amministrazione starebbe pensando di tagliare i dazi a Pechino molto di più. Un primo passo da parte di Washington, nella speranza di una reciproca riduzione tariffaria da parte del Dragone che, a sua volta, ha imposto un duro 125% sui beni americani. Per Bloomberg, l'obiettivo sarebbe arrivare sotto il 60%, mentre secondo quanto hanno riferito fonti informate al Washington Post l'amministrazione potrebbe arrivare al 54-50%. D'altra parte la strategia di Trump si è articolata su due livelli: il primo è un dazio base del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti provenienti da qualsiasi Paese, il secondo livello è quello dei cosiddetti "dazi reciproci", che sono stata applicati a circa 60 paesi.
La tariffa base, ha ribadito la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavittt, "resterà per tutti". La Cina, che era già soggetta ad una tariffa del 20%, è stata colpita con un altro 34% subito e con un ulteriore 90% dopo la sua reazione. Pechino ha insistito sul fatto che gli Stati Uniti devono eliminare i dazi "per primi" e ha promesso di difendere i propri interessi. Bessent intanto ha tenuto basse le aspettative, affermando che gli incontri in Svizzera si concentreranno sulla "de-escalation" e non su un "grande accordo commerciale". "Il segretario al Tesoro andrà a parlare con le controparti cinesi e vedremo cosa accadrà", ha detto la portavoce, sottolineando che Bessent ha "la fiducia totale" del presidente.
Nel frattempo anche si è fatta sentire anche l'Unione europea. Al suo debutto a Bruxelles, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha spiegato di aver parlato con Trump e avergli chiarito che l'Ue negozierà unita. "La mia impressione è che lo abbia accettato e ora sa che può trattare con noi solo insieme", ha detto. Mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha avvertito Washington: "Andrò alla Casa Bianca solo con un pacchetto del quale discutere e una soluzione su cui possiamo essere d'accordo". La tedesca non è neanche rimasta particolarmente colpita dagli elogi del tycoon, che nello Studio Ovale l'ha definita una leader "fantastica". "Gradisco i complimenti...in generale...", si è limitata a commentare, per poi riportare la discussioni su questioni più concrete. "L'Ue è pronta a eliminare i dazi sui prodotti industriali e sostiene la soluzione zero per zero tariffe. Lavoriamo ad una soluzione equilibrata, equa, reciprocamente vantaggiosa", ha spiegato ancora la leader europea. "Ma se e dove i negoziati falliranno, agiremo ugualmente, ed è per questo che abbiamo avviato una consultazione per una possibile lista di riequilibrio. In altre parole, tutte le opzioni restano sul tavolo".
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