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'Trump riconoscerà la Palestina'. Ma gli Usa smentiscono

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'Trump riconoscerà la Palestina'. Ma gli Usa smentiscono

'Sul Jerusalem Post sciocchezze'. Resta il gelo con Netanyahu

ROMA, 10 maggio 2025, 20:51

di Claudio Salvalaggio

ANSACheck
Appello attivisti pro-Palestina per proteste in campus Usa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Appello attivisti pro-Palestina per proteste in campus Usa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il riconoscimento dello Stato palestinese senza la presenza di Hamas: è quanto intenderebbe fare Donald Trump nel suo imminente viaggio in Medio Oriente, secondo quanto confidato da una fonte diplomatica del Golfo (che ha preferito rimanere anonima) a The Media Line, un'agenzia indipendente americana specializzata nel Medio Oriente.

Un'ipotesi rilanciata dal Jerusalem Postm, ma esclusa da altri analisti contattati dalla stessa agenzia. E smentita seccamente dall'ambasciatore Usa in Israele, Mike Huckabee, che l'ha definita "una sciocchezza".

"Hmm, il Jerusalem Post ha bisogno di fonti migliori di questa "fonte" non identificata. Mio nipote di 4 anni, Teddy, è più affidabile. E fidatevi di Teddy", ha scritto il diplomatico su X. "Israele non ha un amico migliore del presidente degli Stati Uniti", ha quindi assicurato, anche se da tempo sembra ormai calato il gelo tra The Donald e Bibi: dall'Iran agli Houthi e agli aiuti a Gaza. La fonte di Media Line sostiene che "il presidente Donald Trump rilascerà una dichiarazione riguardante lo Stato di Palestina e il suo riconoscimento da parte degli Stati Uniti, e che verrà istituito uno Stato palestinese senza la presenza di Hamas".

"Se verrà annunciato il riconoscimento americano dello Stato di Palestina, sarà la dichiarazione più importante che cambierà l'equilibrio di potere in Medio Oriente e altri Paesi aderiranno agli Accordi di Abramo", ha aggiunto, passando però al condizionale. La stessa fonte ha confermato che ci saranno certamente accordi economici ma - ha proseguito - molti di essi sono già stati annunciati e potremmo assistere all'esenzione dai dazi doganali per gli Stati del Golfo. L'ipotesi è una delle tante che rimbalzano dopo che il tycoon ha promesso un "annuncio molto importante" in vista del suo viaggio in Medio Oriente, che avrebbe dovuto essere il primo all'estero se non fosse stato per i funerali di Papa Francesco.

La prima tappa, martedì prossimo, sarà comunque l'Arabia Saudita, come nel 2017. A seguire Qatar ed Emirati Arabi. Qualcuno ha pensato che il grande annuncio potesse essere la decisione di chiamare il Golfo Persico Golfo d'Arabia, come già trapelato sui media. Ma alcuni esperti escludono che possa trattarsi del riconoscimento della Palestina.

"Non mi aspetto che riguardi la Palestina. Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi e re Abdullah II di Giordania non sono stati invitati. Sono i due Paesi più vicini alla Palestina e sarebbe importante per loro essere presenti a qualsiasi evento come questo", ha spiegato Ahmed Al-Ibrahim, ex diplomatico del Golfo. Più probabile, a suo avviso, che siano annunciati accordi economici importanti, "forse simili a quanto accaduto al vertice Golfo-Stati Uniti del 2017, con impegni sauditi per un valore di oltre 400 miliardi di dollari". Gli analisti concordano sul fatto che i tempi non sono ancora maturi per altri annunci più politici, come l'adesione di Riad agli Accordi di Abramo.

 Almeno finché non si fermerà la guerra a Gaza e non si troverà una soluzione al problema palestinese. Una svolta ostacolata dal premier Benjamin Netanyahu, che ha bloccato gli aiuti e deciso di espandere le operazioni militari nella Striscia, mettendo a rischio anche gli ultimi ostaggi israeliani detenuti da Hamas. Come i due (identificati in Elkana Bohbot e Yosef-Haim Ohana) mostrati dai militanti palestinesi in un video diffuso nelle ultime ore dove uno di loro invoca la fine della guerra nei territori palestinesi. L'unica certezza del viaggio in Medio Oriente per ora sembra dunque quella degli accordi economici. E i nuovi affari della Trump Organization, la holding di famiglia.

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