I combattimenti a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, hanno causato oltre 100 morti e quasi 1.000 feriti, secondo un conteggio dell'Afp basato su un rapporto degli ospedali.
Precipita nel caos l'est del Congo, con Goma teatro di scontri feroci tra l'esercito congolese e il gruppo armato M23 supportato dal Ruanda, i cui soldati sono entrati domenica sera con i ribelli nella principale città della regione. I pesanti combattimenti hanno causato decine di morti e centinaia di feriti non solo tra i civili, ma anche tra i soldati dispiegati nell'ambito di due forze regionali e dell'Onu a sostegno di Kinshasa. Quest'ultima ha chiesto alle Nazioni Unite sanzioni contro Kigali, i cui rinforzi a M23 rappresenterebbero "una dichiarazione di guerra".
Gli scontri mettono a rischio anche il laboratorio sull'Ebola a Goma, secondo l'allarme lanciato dalla Croce Rossa, per la quale le violenze possono causare la fuga di campioni del virus e di altri agenti patogeni conservati nella struttura dell'istituto nazionale di ricerca biomedica "con conseguenze inimmaginabili se i campioni dovessero diffondersi".
Le tensioni per l'escalation dell'annoso conflitto hanno portato manifestanti ad attaccare le ambasciate di Francia, Belgio, Uganda, Ruanda e Kenya nella capitale Kinshasa. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha avuto un colloquio con l'ambasciatore d'Italia a Kinshasa, la cui sede non è stata aggredita ed è in costante contatto con i 15 connazionali rimasti nel Paese, in buona parte religiosi, cooperanti e residenti. La Farnesina ha fatto sapere di seguire con attenzione i disordini nella nazione africana, invitando a contattare per qualsiasi esigenza l'Unità di crisi o l'ambasciata a Kinshasa. L'Ue ha richiamato "alla protezione dei diplomatici, secondo la Convenzione di Vienna", condannando anche "la rinnovata offensiva dell'M23 sostenuto dalle forze armate ruandesi" in violazione del cessate il fuoco concordato.
Accuse che fanno eco a quelle della comunità internazionale: l'Onu ha infatti denunciato il "palese disprezzo" per la sovranità congolese difesa anche dal nuovo segretario di Stato americano, Marco Rubio, nel corso di una telefonata con il presidente della Repubblica Democratica del Congo.
Ma nessuna condanna sembra fermare l'avanzata dei ribelli e delle truppe ruandesi, che hanno preso anche il controllo dell'aeroporto di Goma. Il Programma alimentare mondiale (Pam) è stato costretto a sospendere gli aiuti alimentari nella città, già colpita da carenza di cibo. La Commissione europea ha annunciato nuovi aiuti umanitari "per un valore iniziale" di 60 milioni di euro destinati al Congo nel 2025, ma senza pace nessun sostegno potrà risollevare una popolazione prostrata da anni di violenze con oltre 400 mila sfollati solo quest'anno, secondo recenti stime dell'Onu.
Nella riunione di emergenza convocata oggi, il Consiglio della pace e della sicurezza dell'Unione africana ha esortato l'M23 a "deporre le armi" e a "una soluzione pacifica del conflitto". Con gli stessi auspici il presidente del Kenya e della Comunità dell'Africa orientale, William Ruto, ha invitato il suo omologo congolese, Félix Tshisekedi, e ruandese, Paul Kagame, "ad ascoltare l'appello di pace che viene dalla popolazione della nostra regione e dalla comunità internazionale".
Ricchissima di minerali, la regione orientale congolese è teatro di attacchi di oltre cento gruppi armati tra cui l'M23, che ha ripreso i suoi raid alla fine del 2021 nella provincia del Nord Kivu. Si tratta di un territorio tristemente noto anche alla cronaca nazionale dopo l'uccisione avvenuta il 22 febbraio 2021 dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio con il carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e l'autista del convoglio Onu sui cui viaggiavano, Mustapha Milambo.
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