Con il passare delle ore, cresce
l'incertezza sulla liberazione di Luis Manuel Díaz, padre del
calciatore colombiano Luis 'Lucho' Díaz, dal 28 ottobre in mano
ai guerriglieri dell'Esercito liberazione nazionale (Eln). La
promessa di rilasciarlo ieri alla fine non si è concretizzata,
nonostante l'annuncio di consegnarlo "entro poche ore" ad una
delegazione di membri delle Nazioni Unite.
Sebbene l'intento iniziale del sequestro fosse l'estorsione,
l'Eln è rimasta sorpresa dalla ripercussione del caso, che ha
rivelato anche la sua incapacità di rispettare il cessate il
fuoco bilaterale concordato con il governo.
Per consegnare l'ostaggio, i guerriglieri avevano chiesto il
ritiro delle truppe dalla zona di Barrancas, nel dipartimento
della Guajira. Il governo ha accettato e ha tolto circa 300
uomini che stavano sulle tracce dei rapitori. Con la strada
libera, si prevedeva che la liberazione sarebbe avvenuta entro
ieri sera, ma così non è stato. E a nulla finora sono servite le
suppliche dello stesso calciatore, le marce di protesta di
familiari e amici, l'indignazione di un intero Paese e gli
appelli di Onu e Chiesa cattolica.
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