Il fabbisogno immediato di
Haiti per la ripresa dall'impatto della grave crisi di sicurezza
apertasi con l'assassinio del presidente Jovenel Moïse nel 2021
è stimato in almeno 1,3 miliardi di dollari.
E' quanto emerge dal Rapporto di vautazione rapida della
crisi (Rcia) presentato dal governo del primo ministro Alix
Didier Fils-Aimé insieme a rappresentanti della Banca Mondiale,
della Banca interamericana per lo sviluppo (Bid), dell'Unione
Europea, e del sistema delle Nazioni Unite.
"La valutazione dell'impatto della crisi di sicurezza stima a
1,3 miliardi di dollari il fabbisogno di investimenti necessari
nei prossimi due anni per soddisfare i bisogni immediati", ha
affermato il premier Fils-Aimé.
Il piano di investimenti presentato stima in 450 milioni di
dollari le spese necessarie per le infrastrutture; in 388
milioni quelle per la sicurezza e lo stato di diritto; e in 386
milioni quelle per la protezione sociale. Sono inoltre previsti
150 milioni per finanziare progetti essenziali e 110 milioni per
l'accesso ai servizi di base.
Gli ultimi dati raccolti nel rapporto affermano che
l'insicurezza alimentare colpisce 5,4 milioni di haitiani mentre
gli sfollati interni sono 700.000.
"Era necessario valutare l'impatto della crisi, definire un
piano di uscita e un programma di investimenti", ha affermato la
rappresentante della Banca Mondiale ad Haiti, Anne-Lucie
Lefebvre, secondo la quale il rapporto rappresenta "uno
strumento strategico per orientare gli sforzi volti ad
affrontare le priorità immediate di stabilizzazione e ripresa".
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