La morte dell'80% dei
coralli nelle acque poco profonde al largo degli stati
brasiliani di Alagoas e Pernambuco ha spinto i ricercatori
dell'Università federale alagoana (Ufal) a lanciare l'allarme
ambientale per "uno squilibrio che mette a rischio non solo la
biodiversità, ma anche la pesca e il turismo".
La barriera corallina dell'Area di protezione ambientale
(Ana) Costa dos Corais è un paradiso sottomarino tra i più
grandi al mondo e ospita migliaia di specie che vivono nei mari,
nei fiumi e nelle mangrovie lungo un tratto di costa di circa
130 chilometri, tra Tamandaré e Maceió.
"I coralli sono organismi viventi che stanno subendo un grave
processo di sbiancamento dovuto al riscaldamento delle acque
oceaniche.
Il fenomeno non uccide immediatamente i coralli, ma
l'inquinamento e il turismo disordinato ne accelerano il
degrado", ha affermato al quotidiano G1 il ricercatore Robson
Santos.
"Avremo un impatto sui pesci, sulla popolazione e anche
sull'intera filiera turistica.
La pesca artigianale dipende
dalla salute delle barriere coralline, non solo per mantenere
un'attività economica, ma anche per preservare il suo stile di
vita e la sua cultura. E in Alagoas l'offerta turistica è basata
principalmente alle sue barriere coralline", ha aggiunto lo
scienziato tra gli autori del monitoraggio Recifal Conservation
Project, effettuato tra settembre 2023 e novembre 2024.
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