Nel suo discorso al XI vertice
dei paesi della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei
Caraibi, la Celac, celebratosi a Tegucigalpa, in Honduras, il
presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha criticato
i "dazi arbitrari" che "destabilizzano l'economia internazionale
e aumentano i prezzi", aggiungendo che "la storia ci insegna che
le guerre commerciali non hanno vincitori".
"Tentativi di restaurare antiche egemonie aleggiano sulla
nostra regione", ha aggiunto, precisando che "la libertà e
l'autodeterminazione sono le prime vittime di un mondo senza
regole concordate a livello multilaterale" e ricordando che
"oggi i migranti sono criminalizzati e deportati in condizioni
degradanti".
Nel suo discorso, Lula ha dichiarato che "è necessario
recuperare lo spirito plurale e pragmatico che ci unì all'inizio
degli anni 2000 e che portò alla creazione dell'Unasur e della
stessa Celac".
Lula ha infine suggerito che il blocco discuta la regola del
consenso unanime, che secondo lui, "genera più paralisi che
unità, trasformandosi in un vero diritto di veto" in quanto
"l'aspettativa di uniformità è irrealistica", chiedendo la
creazione di un gruppo di lavoro per analizzare una modifica a
questa regola della Celac.
Il presidente brasiliano ha parlato 13 minuti durante la
plenaria presieduta dalla presidente onduregna, Xiomara Castro,
che ha trasmesso la guida a rotazione della Celac al suo omologo
colombiano, Gustavo Petro. Secondo quewst'ultimo "accettare la
deportazione di migranti incatenati sarebbe come tornare
all'epoca delle navi negriere", riporta il sito di Cnn Brasil.
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