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A Za'atari, la musica nel campo dei sogni - PER AWN

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A Za'atari, la musica nel campo dei sogni - PER AWN

Muti, 'la musica parla al cuore, governanti non siano sordi'

JERASH, 10 luglio 2023, 12:25

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Romagna mia rompe il silenzio di Za'atari, in Giordania al confine con la Siria dove 80mila rifugiati sono avvolti nel buio ma nel campo di calcio poche centinaia di loro assistono al concerto evento de Le vie dell'amicizia del Ravenna festival. Sul palco un gruppo di ragazzi del campo che suona musiche tradizionali arabe con le voci degli artisti siriani Mirna Kassis e Francois Razek-Bitar, si alternano con un quintetto di ottoni dell'orchestra giovanile Luigi Cherubini, che suonano anche Volare e Azzurro, tra l'entusiasmo generale e in prima fila il maestro Riccardo Muti che alla fine donerà degli strumenti ai musicisti. "Perché la musica - dice Muti - dimostra la sua capacita di unire e di parlare direttamente al cuore oltre ogni barriera".
    Sono ragazzi che, ci raccontano, hanno imparato a suonare su Youtube chi la chitarra chi il violino e ora che hanno finito di studiare e non hanno i soldi per l'università "perché è troppo cara" sognano di fare della musica il modo per uscire da lì.
    Sorridono tutti, le donne da una parte gli uomini dall'altra così come si svolge sempre la loro vita quasi irreale che è soprattutto un sogno: portare le loro esistenze fuori di li.
    Dentro si scorgono case di lamiera, tende, edifici prefabbricati. Tutto rigorosamente bianco come i palazzi eleganti di Amman che è ad un'ora e mezza di macchina ma sembra lontanissima. Vengono tutti dalla Siria e la metà hanno meno di 18 anni, in 23mila sono nati qui dove ora non entra più nessuno e ai bambini se glielo chiedi si definiscono giordani. Ci sono le due sorelle che stanno qui da 12 anni. Per loro come per le altre donne sole la vita è difficile, hanno paura perché si sentono indifese e non hanno grandi possibilità di movimento. C'è la madre vedova con la figlia di 16 anni che studia arte, ognuno ha una storia da raccontare. Lasciano la mail e l'account perché la loro vita sociale è soprattutto social anche lì a Za'atari dove pure ci sono scuole, ospedali e persino un mercato che si chiama Champ elysee ed è dove vanno a scambiare il frutto del loro lavoro, tra le mura, sognando l'Europa, l'America, il Canada. Anche l'Italia che conoscono dai film come un sogno.
   

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