"Il premier Benjamin Netanyahu e il ministro Israel Katz hanno istruito le Idf ad agire con forza contro Hamas nella Striscia di Gaza, dopo che l'organizzazione terroristica ha ripetutamente rifiutato di liberare i nostri ostaggi e respinto tutte le proposte ricevute dall'inviato americano Steve Witkoff e dai mediatori", riferisce l'Ufficio di Netanyahu. Le Forze di difesa israeliane (Idf) stanno "colpendo in questo momento siti di Hamas in tutta" l'enclave palestinese con "l'obiettivo di raggiungere gli scopi della guerra, tra cui il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e deceduti".
Il ministero della Salute nella Striscia di Gaza gestito da Hamas ha reso noto che gli attacchi israeliani hanno ucciso più di 330 persone.
Un alto funzionario di Hamas ha detto oggi che Israele ha deciso di sacrificare i suoi ostaggi, rilanciando stanotte massicce operazioni militari nella Striscia di Gaza dopo la tregua raggiunta a gennaio. La scelta del premier Benjamin Netanyahu "di riprendere la guerra è la decisione di sacrificare i prigionieri dell'occupazione e imporre loro una condanna a morte", ha affermato Izzat al-Rishq aggiungendo che Netanyahu sta usando i combattimenti nell'enclave palestinese come una "scialuppa di salvataggio" politica per distrarre dalle crisi interne dello Stato ebraico.
Molte delle vittime si registrerebbero a Khan Younis. Tra i morti ci sarebbero anche diversi bambini. Secondo medici e testimoni sono state colpite tre case a Deir al-Balah, un edificio a Gaza City e obiettivi a Rafah e Khan Younis.
"Non smetteremo di combattere finché tutti gli ostaggi non saranno tornati a casa e tutti gli obiettivi di guerra non saranno stati raggiunti", ha affermato il ministro della Difesa, Israel Katz. Tra questi obiettivi, oltre alla restituzione di tutti gli ostaggi (vivi e morti), c'è la distruzione di Hamas come forza militare o politica nella Striscia di Gaza.
Katz ha dichiarato che "le porte dell'inferno si apriranno a Gaza" e che Hamas verrà colpita con una forza "mai vista prima" se non rilascerà tutti i 59 ostaggi rimasti. "Stasera siamo tornati a combattere a Gaza alla luce del rifiuto di Hamas di rilasciare gli ostaggi e dopo le sue minacce di danneggiare i soldati dell'Idf e le comunità israeliane", ha affermato Katz. "Non smetteremo di combattere finché tutti gli ostaggi non torneranno a casa e tutti gli obiettivi della guerra non saranno raggiunti", ha aggiunto il ministro.
L'esercito israeliano afferma che gli attacchi a Gaza arrivano dopo che l'Idf ha identificato i preparativi di Hamas per lanciare attacchi contro Israele, mentre si sta riorganizzando e riarmando.
Israele ha identificato 'movimenti insoliti a Gaza' e ritiene che Hamas si stia preparando a un nuovo assalto per attaccare i kibbutz e le truppe delle Idf nella Striscia. Lo riferisce Channel 12, citando anche Katz: "Hamas ha subito un colpo pesante, ma non è stato sconfitto. Si sta preparando per compiere un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". "Negli ultimi giorni ci è stato comunicato che il potere militare di Hamas e della Jihad palestinese è stato ripristinato, il primo ha 25.000 terroristi armati e la Pij oltre 5.000," hanno scritto i membri della Commissione Affari Esteri e Difesa.
"Come ha detto Trump chiaramente, Hamas, gli Houthi, l'Iran e tutti quelli che stanno cercando di terrorizzare Israele e gli Stati Uniti pagheranno un prezzo. Si scatenerà l'inferno. Tutti i terroristi in Medio Oriente dovrebbero prendere il presidente seriamente quando dice che non ha paura di difendere gli Usa e il nostro alleato Israele": lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
L'Iran ha denunciato le dichiarazioni "belligeranti" del presidente americano Donald Trump in merito al sostegno di Teheran ai ribelli Houthi nello Yemen, avvertendo che qualsiasi atto di aggressione avrebbe "gravi conseguenze" per le quali Washington dovrà assumersi la "piena responsabilità".
"Vorrei esprimere la mia profonda preoccupazione e la mia inequivocabile condanna delle recenti dichiarazioni bellicose di alti funzionari dell'amministrazione degli Stati Uniti, tra cui il presidente" Trump, che stanno "cercando disperatamente" di giustificare gli attacchi degli Usa nello Yemen e "minacciando apertamente di usare la forza contro l'Iran", ha scritto l'ambasciatore iraniano Amir Saeid Iravani in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Trump ha affermato che avrebbe ritenuto Teheran direttamente responsabile di eventuali futuri attacchi da parte dei ribelli Houthi, che hanno preso di mira navi statunitensi e straniere nel Mar Rosso.
I ribelli Houthi dello Yemen hanno rivendicato oggi la responsabilità di un terzo attacco a un gruppo di portaerei americane in 48 ore, definendolo una rappresaglia per i raid degli Stati Uniti.
Le milizie sciite sostenute dall'Iran hanno affermato in un post su Telegram di aver preso di mira il gruppo della Uss Harry S. Truman con missili e droni nel nord del Mar Rosso.
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