Un'interessante riflessione e un
vivace dibattito hanno accompagnato la presentazione ieri sera
all'ambasciata d'Italia a Madrid del libro 'Traiettorie Guida
psicologica all'Espatrio', alla presenza dell'autrice e
curatrice, la psicoterapeuta Anna Pisterzi, presidente della
cooperativa sociale Transiti, in dialogo con l'ambasciatore
d'Italia in Spagna, Giuseppe Buccino Grimaldi, che per
l'occasione ha aperto le porte della residenza.
"Un'analisi approfondita del percorso migratorio italiano nel
mondo e dell'impatto sull'equilibrio psicologico di chi lascia
il proprio Paese", come ha definito il saggio l'ambasciatore
Buccino Grimaldi. "Si sceglie di partire per le ragioni più
variegate, che hanno a che vedere con la dimensione fisiologica
dello spostamento, connaturata all'essere umano come quella
delle migrazioni", ha segnalato la Pisterzi. Fenomeno
complesso, "uno spartiacque nell'esperienza vitale individuale",
l'ha definito la psicoterapeuta. Anche se spesso ridotto
all'espressione "fuga di cervelli' all'estero: "Una parola
trappola poiché attiva subito un senso di colpa ambivalente - se
i cervelli scappano, restano gli stupidi - interrompe la
circolarità del fenomeno migratorio e impedisce di considerare
il quadro più ampio anche in relazione a chi resta", ha indicato
la Pisterzi.
Il saggio è una "guida" non convenzionale, utile strumento
per affrontare le difficoltà e le sfide di adattamento a una
lingua, cultura, abitudini e tradizioni diversi quando si cambia
paese - spesso più di uno e anche più volte nella vita - in
maniera più consapevole, ha assicurato Marco Lapadura, primo
consigliere politico e consolare dell'ambasciata. Tanto più
utile se si considera che sono 6,5 milioni gli italiani che
hanno stabilito la propria residenza oltre confine e la cui
partenza ha cambiato anche la vita di chi resta, famiglie,
nonni, genitori. Mentre cresce sempre più l'emigrazione
femminile: "Quasi la metà, 45 su 100 emigrati nel 2023
dall'Italia erano donne", ha rilevato l'ambasciatore Buccino
Grimaldi..
Un segnale dei tempi, in continua evoluzione, che non basta
definire con il termine 'expat'. che "evoca persone di
medio-alta cultura che scelgono di partire in un momento
dell'esistenza, ma sempre più stereotipato poiché insufficiente
per definire la complessità del fenomeno", ha constatato la
curatrice del saggio, scritto con la collaborazione di Giona
Chiovetto e Gaia Figini.
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