'Mobilità urbana 2.0. L'ascesa dei
veicoli intelligenti e delle Infrastrutture intelligenti' è il
workshop che si è svolta oggi all'Università Politecnica di
Madrid, promosso dal Centro Nazionale per la Mobilità
Sostenibile (Most), in collaborazione con l'ambasciata Italiana
a Madrid e il Centro de Investigación del Transporte (TRANSyT))
dell'Università Politecnica.
L'occasione per un dialogo tra istituzioni, università e
aziende, con l'obiettivo di promuovere soluzioni innovative per
una mobilità urbana più sostenibile, intelligente e accessibile
e rafforzare la collaborazione internazionale tra Spagna e
Italia. A dare il benvenuto a nome dell'ambasciatore d'Italia
in Spagna, Giuseppe Buccino Grimaldi, è stato l'addetto
scientifico dell'ambasciata, Sergio Scopetta, nel rilevare che
l'evento fa parte delle iniziative promosse dall'ambasciata per
celebrare la 'Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo' 2025.
Un'opportunità "per presentare all'ecosistema spagnolo
l'eccellenza italiana rappresentata dalla piattaforma Most e di
cooperazione su progetti innovativi", considerate anche le aree
affini di ricerca con il Centro TRANSyT creato nel 2022
dall'Università Politecnica.
In un momento in cui le città europee sono chiamate a
rispondere con urgenza alle sfide legate alla mobilità,
l'incontro ha proposto uno sguardo concreto e multidisciplinare
sul futuro del trasporto urbano.
Most, ha ricordato in apertura il direttore generale
Gianmarco Montanari, è nato dalla collaborazione tra 24
università e relativi centri di ricerca e 24 grandi imprese
attive nell'ambito della mobilità e delle infrastrutture, da Eni
a Stellantis, per accompagnare la transizione green e digitale
del comparto. Ed è un progetto, finanziato dal Pnrr, che
rappresenta un'importante fetta industriale del Sistema Paese,
con oltre 600mila dipendenti e 300 miliardi di fatturato.
Fin dalle prime battute del workshop è emersa una
consapevolezza condivisa: il cambiamento in corso non è solo
tecnologico, ma culturale, normativo e infrastrutturale. I
veicoli autonomi, già presenti in numerosi progetti sperimentali
in Europa, rappresentano oggi una leva trasformativa che va
oltre la guida automatica e tocca temi come l'interazione tra
mezzi e infrastrutture, la raccolta e gestione dei dati, e
l'impatto sull'organizzazione urbana.
Accanto allo sviluppo tecnologico, grande attenzione è stata
dedicata alla mobilità condivisa, supportata da piattaforme
digitali e basata sull'integrazione di diversi mezzi e modalità,
che è vista come una delle risposte più concrete alla
congestione urbana, all'inquinamento e alle disuguaglianze di
accesso.
Un altro elemento cruciale emerso è stato il ruolo dei dati,
oggi in quantità senza precedenti, la cui combinazione consente
di costruire modelli predittivi sempre più affidabili, capaci di
ottimizzare il traffico e migliorare i servizi. Ma è necessario
rafforzare le capacità di analisi e definire standard comuni per
la condivisione.
L'incontro di Madrid è stato un importante momento di
confronto tra due Paesi impegnati, con approcci diversi ma
complementari, nella trasformazione dei propri sistemi di
mobilità. Dalla condivisione di buone pratiche alla
presentazione di progetti di ricerca e sviluppo già attivi, è
emerso un quadro ricco di potenzialità.
"A poche settimane dall'evento organizzato all'Esposizione
Universale di Osaka, siamo orgogliosi di avere esteso il respiro
internazionale dei progetti sviluppati da Most con i suoi
partner, che rappresentano delle eccellenze nazionali non solo
per il loro contenuto, ma per le collaborazioni
pubblico-private", ha dichiarato Gianmarco Montanari. "Una
formula vincente, che integra al meglio le rispettive competenze
delle università e delle aziende, la cui collaborazione è
essenziale per vincere le sfide del presente e del futuro", ha
concluso.
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