Elon Musk, il first buddy di Donald Trump e grande ammiratore di Giorgia Meloni, si sfila dal loro incontro alla Casa Bianca. Forse per evitare polemiche su possibili conflitti d'interesse, visto che nel faccia a faccia - come ha anticipato un alto dirigente dell'amministrazione - si è parlato anche "della possibilità di aumentare la cooperazione spaziale e promuovere opportunità congiunte nello sviluppo di tecnologie critiche come intelligenza artificiale, telecomunicazioni e biotecnologie". Tutti settori in cui Musk è attivamente protagonista, da xAI a SpaceX e a Starlink, società quest'ultima nel mirino dell'opposizione italiana per un potenziale contratto col governo. Lo stesso Trump ha escluso in precedenza il suo alleato da un briefing top secret al Pentagono sulla Cina, visti i suoi forti interessi in quel Paese.
Ma l'assenza dell'uomo più ricco del mondo potrebbe spiegarsi anche col fatto che da alcune settimane la sua stella si è oscurata nella galassia trumpiana, spingendo Musk a tenere un profilo più basso e a intervenire meno pubblicamente. Ad annunciare la sua mancata partecipazione al tête-à-tête con Meloni nello Studio Ovale è stato Andrea Stroppa, il suo referente italiano: "Elon oggi non si trova a Washington, ma si augura il meglio per le relazioni Italia-Stati Uniti", ha scritto su X, rispondendo a un post di una sostenitrice Maga. Curioso che i due alti dirigenti Usa della call pre-visita siano stati più cauti, due ore prima dell'incontro: "Al momento non sappiamo se Musk sarà presente, possiamo informarci e farle sapere". Finora comunque l'amicizia tra Meloni e Musk è stata profonda, con reciproci attestati di stima. Quando lo scorso settembre il patron di Tesla le consegnò a New York il "Global Citizen Award 2024" dell'Atlantic Council, la definì "una persona che è addirittura più bella dentro che fuori", "un premier che ha fatto un lavoro incredibile, con una crescita e un'occupazione record", "una persona onesta, vera, autentica".
"Un genio prezioso", ricambiò lei. Musk si sarebbe speso personalmente anche per il rilascio della giornalista Cecilia Sala, intervenendo sull'ambasciatore iraniano all'Onu e avrebbe fatto da mediatore per l'incontro di gennaio a Mar-a-Lago dove il tycoon diede disco verde allo "scambio di prigionieri" per la liberazione della reporter. Dall'insediamento di Trump, come capo del Doge Musk ha sollevato varie bufere per i maxi tagli di fondi e personale nell'amministrazione pubblica, tra cui i recenti 40 miliardi alla sanità Usa. A breve finirà il suo incarico. Ma non forse i suoi affari miliardari con l'amministrazione Trump: la sua SpaceX, insieme a due partner (anche loro sostenitori di The Donald), è in pole per aggiudicarsi una parte cruciale dello scudo missilistico "Golden Dome" voluto dal commander in chief.
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