Dieci scatoloni con 104.000 firme
raccolte per chiedere le dimissioni del presidente del Senato,
Ignazio La Russa. E sopra, una foto della seconda carica dello
Stato (dal busto in su ma senza che si vedano gli occhi) e la
scritta "La Russa dimettiti! La Costituzione è antifascista". A
consegnarle in Senato è stata una delegazione di Rifondazione
comunista che, insieme a intellettuali ed esponenti della
società civile, ha promosso la petizione dopo le dichiarazioni
del presidente di Palazzo Madama sull'agguato di via Rasella e
la strage delle Fosse ardeatine.
Tra le adesioni anche quelle di Arturo Scotto, attuale
deputato del Pd; dell'ex presidente della Camera, Fausto
Bertinotti; degli storici Alessandro Barbero e Alessandro
Portelli e dei partigiani Aldo Tortorella e Gastone Cottino. Una
delegazione è stata ricevuta da La Russa che ha poi consegnato
loro un foglio con le 223.986 preferenze che, da esponente di
Fratelli d'Italia, ha avuto alle ultime elezioni europee a cui
ha partecipato.
"Questo è il mio orgoglio - ha detto la seconda carica dello
Stato, come si vede in un video diffuso da Palazzo Madama -. E'
un quinto dell'Italia, per cui io ho molto rispetto per i 100
mila che non mi sono politicamente amici, ma ho uguale rispetto
per quei 223.986. Ecco perché non mi posso dimettere per una
quota che è meno della metà di quelli che solo a Milano mi hanno
votato".
Per Acerbo, che è segretario nazionale del Prc, "le parole
di La Russa ci hanno fatto capire che non ha capito il ruolo che
ha il presidente del Senato. La raccolta firme non mette in
discussione il fatto che lui sia un politico di lungo corso e
con un consenso consolidato ma crediamo che, da presidente del
Senato, non si possono fare affermazioni offensive verso la
Resistenza".
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