Il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi commenta il passo indietro degli organizzatori e dei "fiancheggiatori" di Miss Italia in merito alla richiesta di presiedere la giuria: ''Alla lettura delle dichiarazioni fatte nel corso della conferenza stampa di oggi sono felice che le violente polemiche contro di me abbiano ottenuto il risultato di dimostrare la mia incompatibilità con Miss Italia. Faccio con onore il Sottosegretario, ma per fare il presidente di Miss Italia occorre almeno essere ministro''.
Sgarbi "è stato contattato diverso tempo fa, ci sono stati dei contatti, ma ad oggi non è stato confermato. Lui era stato contattato per la sua capacità di interpretare e raccontare la bellezza, ma poi non abbiamo avuto notizia, penso quindi che non sia con noi". Così Patrizia Mirigliani, patron di Miss Italia risponde, nel corso di una conferenza stampa alla Camera in cui è stata presentata l'edizione 2023 del concorso, alla domanda se il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, sarà il presidente della giuria del concorso. Più tranchant Fabio Petrella, deputato Fdi presente in conferenza stampa "per lui miss Italia finisce qui".
Sgarbi alla Zanzara, nessuna incompatibilità non mi dimetto
''E' 50 anni che faccio queste cose. Eri a conoscenza della legge citata dal Fatto? Non esiste questa legge, fare una conferenza è come scrivere un libro. Quando scrive un libro Sangiuliano non ha i diritti? Che discorso è? Tutto assurdo". Il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi è intervenuto a La Zanzara su Radio 24 commentando i recenti fatti personali. "Fare una conferenza a teatro o scrivere un libro è la stessa cosa. Tu - prosegue Vittorio Sgarbi - vieni pagato perchè vai a teatro e viene a sentirti Berlusconi o Sangiuliano. Tra l'altro è pure venuto e il pubblico era pagante. Ma non è che le persone pensano che lo fai a gratis, lo stesso vale per un libro. La legge è l'Agcom, mi hanno spiegato con una lettere che posso fare il presidente del MART, scrivere sui giornali e venire pagato." "Mi hanno chiesto delle incompatibilità, ho elencato i miei incarichi e nessuno mi ha chiesto di non fare uno spettacolo o di presentare un quadro. Non c'è incompatibilità. Sangiuliano si indigna? Penserà di non essere autore di libri, di non fare attività autonoma che invece fa. Il libro su Prezzolini non è attività del ministero, ma dello scrittore. Mi ha anche mandato a rappresentare il Governo alla Garisenda dicendo "Vittorio vai tu, puoi farlo benissimo" Poi il sottosegretario Sgarbi attacca ancora a La Zanzara: "La legge parla di incompatibilità in materie affine. Tra un quadro di Parenzo e il Colosseo, non c'è incompatibilità. Il Ministero poi si occupa di tutela. Quindi anche Sangiuliano è incompatibile per questa legge? Certo, chiunque faccia una cosa legata alle sue funzioni è incompatibile. Ma la legge non esiste". "Meloni arrabbiata? Forse con lui… io non ho fatto niente. Io non credo che mi tenga a distanza Sangiuliano, poi se questo vuol fare, io non soffro della volontà degli altri. Oggi ho scoperto anche di essere incompatibile con Miss Italia, cosa c'entra col patrimonio artistico? Un mio collaboratore traditore - prosegue Sgarbi alla Zanzara - ha usato la mail di Nino Ippolito per mandare questa roba ai giornali e creare questo romanzo criminale che non esiste. Ho sempre lavorato e raccontato l'arte per tutta la vita, continuerò a farlo". E chiede infine: ''Perchè dovrei dimettermi? Ho fatto solo il bene del patrimonio artistico italiano. E' una campagna per colpire un nemico, ma è un nemico che non c'è. Non sono preoccupato. Rimborsi? Ho la mia macchina, il mio autista, non ho mai chiesto un rimborso al Ministero. Prendono carte rubate da un computer in cui dice che chiedo rimborsi, ma non li ho chiesti. Il mio autista è pagato da me, la mia macchina pagata da me e la benzina anche''.
Sgarbi a il Fatto, fa "ammuina" ed è organo del M5s
"Ricostruzioni infondate" da un cronista in "malafede". Il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, replica a Il Fatto Quotidiano per l'articolo dal titolo Rimborso regolare! Ieri l'ha fatto annullare, a firma di Thomas Mackinson, pubblicato oggi . E, "per ristabilire la verità dei fatti", dirama una nota. "L'estensore del pezzo, oramai aduso alla manipolazione dei fatti, in relazione a una missione a Messina dello scorso settembre scrive che ieri (mercoledì 26 ottobre) 'il l suo entourage (quello del Sottosegretario) ha scritto agli uffici competenti chiedendo di annullare la richiesta (di missione), tentando in pratica di 'cancellare le impronte digitali''. Solo la malafede può consentire a un cronista, che è chiamato al rispetto della verità dei fatti, di ribaltare una vicenda limpidissima" si legge nel testo. La nota precisa che "l'Ufficio del Sottosegretario non ha chiesto nessun annullamento, ma a una precisa sollecitazione dell'Ufficio missione e rimborsi (giunta via mail) ha risposto che non vi erano rimborsi da effettuare, sia per il Sottosegretario che per il Capo Segreteria. Tra l'altro quest'ultimo, come già ribadito in un'altra nota di chiarimento che Il Fatto Quotidiano ha ovviamente censurato insieme ad altri fatti a rettifica delle menzogne scritte, non era a Messina. Solo una dipendente dell'Ufficio, che era regolarmente al seguito del Sottosegretario, aveva chiesto il rimborso di un biglietto del treno da Paola a Roma (per rientrare in sede) ma non gli è stato accordato in quanto l'Ufficio non ha tenuto conto del fatto che il Sottosegretario ha fatto rientro in aereo da Reggio Calabria e quindi anche la dipendente è rientrata a Roma dalla Calabria. Paradossi di una burocrazia che fa a pugni con la logica. Sarebbe forse dovuta rientrare a nuoto dalla città dello Stretto? La sequenza dei fatti, come si può inequivocabilmente verificare, fa risaltare ancora una volta l'ennesima manipolazione di un giornale che non cerca la verità, ma, come dicono a Napoli, vuole solo fare 'ammuìna', creare confusione, mischiare dati veri ad altri palesemente falsi, gettando ombre e sospetti sull'operato del Sottosegretario e dei suoi collaboratori. Un'operazione che non è giornalismo, ma campagna di delegittimazione condotta da un giornale notoriamente diventato organo ufficiale del Movimento 5 Stelle". Ma, continua ancora la nota, " il vero capolavoro della manipolazione sta nell'affermare che gli uffici avrebbero tentato 'di cancellare le impronte digitali' delle comunicazioni interne. Affermazione falsa con la quale viene attribuito all'Ufficio del Sottosegretario un comportamento illecito. L'incauto cronista, infatti, omette di scrivere che tutte le comunicazioni interne tra gli uffici avvengono telematicamente, cioè tramite posta elettronica. E che di ogni comunicazione vi è traccia". Riguardo infine "al riferimento alla 'figlia della domestica assunta dal Sottosegretario'. A parte il tono sprezzante e anche un po' razzista con cui Il Fatto Quotidiano pensa di umiliare una persona preparata e scrupolosa, l'autore di questa inutile sottolineatura avrebbe dovuto scrivere che si tratta di una ragazza che parla 4 lingue e che si è brillantemente laureata all'Università La Sapienza di Roma in Marketing e Comunicazione. Una ragazza da indicare a modello, figlia di emigrati, che ha studiato con enormi sacrifici, e a cui è stata data una opportunità non perché 'figlia di…', ma perché ha delle competenze acquisite studiando. Insomma, non propriamente un 'giornalista professionista' (sic) alla Mackinson che non sa distinguere un'associazione privata (la Pro Biennale) dalla Biennale di Venezia. Ma a questo si è ridotto certo giornalismo italiano che costruisce i suoi teoremi sulle lettere anonime".
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