La proclamazione del regno d'Italia, il 17 marzo 1861 a Torino, mise la prima pietra dell'Italia unita, anche se non del tutto e all'epoca ancora sotto la guida del re. Un traguardo conquistato "a caro prezzo con il Risorgimento", parallelamente alla "riappropriazione della propria identità e unità dopo l'occupazione nazista" resa possibile dalla "lotta di Liberazione".
Un percorso ricostruito, 164 anni dopo, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, con queste parole, ha celebrato la giornata dell'unità nazionale istituita per legge nel 2012. Una giornata che nella sua definizione ufficiale cita pure la Costituzione, l'inno nazionale e il Tricolore e che in mattinata i vertici istituzionali hanno celebrato con una corona d'alloro lasciata sulla tomba del Milite ignoto, all'Altare della patria. Alla cerimonia hanno partecipato anche la premier Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, quello della Camera Lorenzo Fontana, e il presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso. In serata, l'omaggio del Parlamento con le facciate di Montecitorio e di Palazzo Madama illuminate di bianco, rosso e verde.
Nel suo messaggio Mattarella ricorda i passaggi storici e politici che hanno portato alla riconquistata unità: non solo la lotta di Liberazione, ma anche "l'occupazione nazista e la rottura istituzionale operata con la nascita, nel nord Italia, del regime della Repubblica sociale". Da qui il suo monito, di respiro più ampio e rivolto a tutta la società: la giornata "richiama a ciascheduno i valori su cui si fonda la nostra comunità e le aspirazioni che la animano per la costruzione di una società sempre più coesa e inclusiva, che sappia guardare con fiducia al domani, nell'orizzonte europeo". Fino all'attualità internazionale che più preoccupa. Per il capo dello Stato, la ricorrenza diventa occasione per sollecitare "l'impegno di ogni cittadino a rendere sempre più effettiva la realizzazione degli ideali di libertà e giustizia" anche "affrontando le sfide per rendere concreta la pace" in Ucraina e in Medio Oriente.
La presidente del Consiglio si concentra soprattutto sui concetti di identità e nazione. E sui social ricorda il 17 marzo come la celebrazione dei "valori che ci uniscono" e del "percorso che ha forgiato l'Italia". Poi aggiunge una valenza "ancora più solenne" legata all'inno di Mameli, dopo che il Consiglio dei ministri ne ha stabilito le modalità di esecuzione nelle cerimonie istituzionali e pubbliche, approvando lo schema di decreto del presidente della Repubblica. "E' stata colmata una lacuna normativa di 7 anni", osserva e conclude: "un doveroso atto di rispetto verso uno dei simboli più rappresentativi della nazione e della storia d'Italia. Viva l'Italia, la nostra storia, la nostra bandiera!".
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