"Questa volta l'ispirazione ce l'avevo in casa non ho dovuto cercare altrove", scherza neppure troppo Pierfrancesco Favino felice di essere a Cannes con Enzo, il film di Laurent Cantet realizzato da Robin Campillo dopo la morte prematura del regista della Classe, palma d'oro a Cannes e che apre la Quinzaine.
Un film francese in coproduzione europea, Italia compresa (Lucky Red che poi distribuirà in sala), delicato, intenso, lucido ritratto di un adolescente che cerca di percorrere una sua strada diversa da quella segnata. Enzo è il 16enne che sceglie il percorso di apprendista manovale, di rovinarsi le mani, piegato di fatica fisica la sera.
La cosa curiosa è che vive in una villa meravigliosa vista mare di Marsiglia, con piscina panoramica in cui nuotare tutti i giorni e far baldoria con gli ospiti, il genitore è un professionista rinomato e anche il fratello che si sta laureando lo sarà. Enzo dirazza per così dire nell'impotenza di papà Paolo (Favino) e mamma Marion (Elodie Bouchez): lui di studiare sui libri come vorrebbero i suoi non ne vuole sapere, preferisce di gran lunga la fatica manuale e l'amicizia di due giovani operai ucraini con la testa nel loro paese in guerra. Il padre è amorevole, preoccupato, quasi esce fuori di testa.
"Lo comprendo pienamente - dice all'ANSA Favino - la bellezza di questo film è proprio la delicatezza con cui racconta l'adolescenza e il rapporto padre figlio senza mettersi in cattedra. Del resto nessuno ha ricette se non forse quella di ascoltare, ascoltare qualcuno che è anche tuo sangue è limitato dall'amore che provi, dall'appartenenza, ma bisogna provarci. Questo film mi ha posto domande o meglio le avevo già di mio, genitore di figlie che vuoi felici. Oggi viviamo in un mondo aggressivo e che ti chiede performance, ai giovani e a tutti, non puoi fallire e questa pressione è spaventosa. Quello che resta sempre uguale è la sofferenza dell'adolescenza come fase biochimica della vita. Ecco lì sono disarmato: vorrei prendermi io un po' della sofferenza delle figlie, farmene carico perchè spaventa anche me questa fase della vita". Favino è padre con l'attrice Anna Ferzetti (a Cannes con lui, reduce dal nuovo film di Paolo Sorrentino) di Greta (2006) e Lea (2013).
Che padre è Favino? "E' un mestiere complicato, sempre pieno di dubbi di fare la cosa sbagliata, protettivo ma non troppo, la mia bussola è di rendere libere le mie figlie. Non che non abbia ansie eh". Favino ricorda suo padre "con cui solo tre anni prima che morisse sono riuscito ad avere un rapporto vero. Era iperaffettuoso ma quella generazione non lo consentiva dunque la formalità era la modalità usata. Se penso poi che a 8 anni lo misero in seminario uscendone 12 anni dopo c'è da meravigliarsi per come è stato". Favino è a Cannes ma non si tira indietro sul tema politico sul cinema, da firmatario illustre di una lettera che chiede al governo e al ministero della cultura di incontrare le associazioni di categoria per ascoltare le richieste urgenti e riparare a incertezze normative e ritardi sul tax credit che stanno paralizzando il cinema italiano, oltre a chiedere che si fermino "gli attacchi inaccettabili a chi democraticamente ha mosso critiche all'operato del ministero, come il nostro collega Elio Germano e la nostra collega Geppi Cucciari".
Dice Favino: "È necessario costruire ponti. Noi siamo a disposizione se vorranno ascoltarci. L'appello dice già tutto e attenzione a considerarlo in una chiave politica di scontro ideologico, si è espresso con chiarezza sull'urgenza di risolvere la crisi cinematografica anche Pupi Avati ai David e non mi sembra sia un trotzkista di prima linea". Favino aggiunge: "Questa narrazione di opposti è inutile, siamo sicuri che io voto a sinistra o che voti così un elettricista di set? Come associazioni da tempo, e non solo onestamente con questo governo, chiediamo di essere ascoltati, di portare la nostra conoscenza specifica. Che il tax credit andasse rivisto come sistema siamo tutti d'accordo ma bloccare tutto è un grave danno, facciamo invece un progetto industriale insieme. Il cinema ha bisogno di un progetto condiviso e chiaro e su questo bisogna lavorare. Spero che il governo ci ascolti presto".
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