Così come la Milano-Sanremo dal 2006 era un tabù, prima del trionfo di Vincenzo Nibali di un paio di settimane fa, il Giro delle Fiandre dal 2007 non è più stato vinto da un corridore italiano. L'ultimo fu Alessandro Ballan che l'anno dopo avrebbe trionfato nel Mondiale di Varese, davanti all'altro azzurro Cunego.
In tutto sono 10 i trionfi italiani in terra fiamminga, sui quali spicca il tris del secolo scorso firmato dal toscano Fiorenzo Magni. Nessuno, però, è riuscito ad andare oltre i tre successi di una corsa dura, incerta, indecifrabile che si disputerà per la 102/a volta (la prima nel 1913) su strade rese viscide dalla prevista pioggia e spazzate dal vento. Un inferno, insomma, ma anche un evento per gli sportivi fiamminghi, che lo aspettano per un anno intero. Per gli scommettitori Peter Sagan è l'uomo da battere. Lo slovacco spera di imporsi con la maglia di campione del mondo, come fece nel 2016, davanti allo svizzero Fabian Cancellara. Ma dovrà fare attenzione alla concorrenza, capeggiata dai belgi Philippe Gilbert (vincitore l'anno scorso) e Greg Van Avermaet, che comprende anche Vanmarcke, Kristoff, Van Aert e Kwiatkowski.
L'Italia punta su Matteo Trentin, Sacha Modolo, Sonny Colbrelli e Gianni Moscon, ma soprattutto su Vincenzo Nibali, alla prima partecipazione al Giro delle Fiandre. Il siciliano ha vinto la 'Sanremo', dimostrando di essere in condizioni invidiabili, ma in Belgio dovrà fare i conti con 18 muri e cinque settori di pavè spaccagamnbe.' Nibali prepara l'assalto alla 'Liegi e, in conferenza stampa, ha precisato che, per vincere questa corsa servirà esperienza e conoscenza specifica delle strade. Insomma, ha provato a tirarsi fuori. Forse anche per questo gli avversari lo temono.
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