"Lui era venuto, dice 'mio fratello non sa nulla, mi raccomando, se viene fuori mio fratello non sa nulla'". Così, in uno dei tanti capitoli di un verbale di Carmine Gallo nell'inchiesta su Equalize, l'ex superpoliziotto, morto una settimana fa, ha raccontato anche l'incontro con Giacomo Tortu, fratello del velocista Filippo e presunto mandante dello spionaggio ai danni del due volte campione olimpico Marcell Jacobs.
Giacomo Tortu, indagato per concorso in intercettazioni abusive, avrebbe chiesto a Gallo di acquisire informazioni, riferibili al 2020-2021, su esiti di analisi del sangue di Jacobs - mai coinvolto in vicende di doping - e su contenuti di telefonate e chat tra lui e il suo staff, tra cui pure l'allenatore e il nutrizionista. "Allora, il report di Jacobs me l'ha chiesto il fratello", ha iniziato a spiegare Gallo, rispondendo ai pm lo scorso dicembre.
"Mi dice che loro hanno un sospetto, loro, tutto il gruppo loro delle Fiamme Gialle, hanno un sospetto che Jacobs si sia sottoposto a doping", è andato avanti Gallo. E ancora: "Perché dice 'è impossibile che abbia fatto sta performance', dice 'è impossibile (...) questo qua, da che correva 10:10, 09:80 improvvisamente' dice 'è impossibile, sicuramente si dopa'". E Giacomo Tortu chiedeva, secondo Gallo: "Cosa dobbiamo fare? Come possiamo fare per vedere i certificati?". Gallo gli avrebbe risposto, sempre stando al verbale, "non possiamo fare nulla", ma "lui insisteva a tutti i costi".
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