Un attesa lunga 51 anni è finita e il Bologna è finalmente riuscito ad alzare di nuovo al cielo la Coppa Italia, battendo 1-0 il Milan nella finale all'Olimpico.
Un momento storico vissuto in diretta dai trentamila tifosi rossoblù che riempivano mezzo stadio, nell'esodo più massiccio della storia sportiva della città. Ma non solo a loro, bensì a tutta Bologna Vincenzo Italiano e la squadra avevano promesso di dare tutto per provare a conquistare il trofeo, e con esso il pass per l'Europa League. Una promessa più che mantenuta, perchè con una partita accorta ma anche coraggiosa e sempre in controllo, Orsolini e compagni hanno messo sotto i rossoneri, sotterrandoli sotto le macerie di una stagione fallimentare, oltretutto sotto gli occhi del loro tifoso al momento più famoso e vincente, Jannik Sinner.
La luce che si era accesa con la conquista della Supercoppa a gennaio, esordio pirotecnico per Sergio Coinceicao, si è presto spenta tra mille problemi di gestione societaria e confusione tecnica, cui i giocatori, né senatori né new entry, sono riusciti a ovviare con l'impegno e il cuore. Ora a Milanello dovrà cominciare un'ennesima ricostruzione, mentre a Castel Debole i pilastri sembrano più che solidi per provare a rinverdire i fasti dello 'squadrone che tremare il mondo fa'. E Italiano, dopo tre finali perse con la Fiorentina, alza con merito il primo trofeo dall'altra parte dell'Appennino. Nelle ultime ore di riflessione prima del match, Conceiçao ha preferito Jovic come centravanti a Gimenez, che pure aveva segnato due reti ai rossoblù solo venerdì scorso, unico vero dilemma dato che era scontato il rientro nelle rispettive posizioni di Fofana, Tomori e Leao. Italiano aveva espresso dubbi sulla tenuta di Castro, ma l'ha messo titolare al posto di Dallinga per fare asse con Orsolini e, dalla parte opposta, Ndoye, rivelatosi decisivo.
Nessun cambio, invece, nell'atteggiamento del Bologna, subito aggressivo nella tre quarti avversaria come suo costume, ma la prima occasione è stata del Milan, con Leao che dopo una serie di dribbling ha proposto una palla invitante ma Jimenez è arrivato sbilanciato alla deviazione, mettendo alto. Alto come i ritmi, visto che subito dopo Orsolini si è trovato a tu per tu con Maignan, bravo a fermarlo prima che fosse evidenziato il fuorigioco dell'attaccante. All'11' i rossoneri hanno sfiorato il vantaggio: su un traversone dalla destra, Beukema ha rischiato l'autogol evitato da Skorupski e sulla ribattuta una zampata di Jovic ha trovato il portiere ancora pronto il portiere. Piano piano, il Bologna ha preso il controllo del gioco, giostrando palla ai limiti dell'area avversaria e cercando l'imbucata vincente, mentre il Milan aspettava per tentare il contropiede, ma l'unica occasione vera ha trovato in fuorigioco Leao. Nel finale, Ferguson ha falciato il portoghese che nell'impatto l'ha colpito involontariamente al volto. Un episodio che di fatto, tra altre interruzioni e nervosismo, ha chiuso un primo tempo di sostanziale equilibrio.
Il primo corner per il Milan è arrivato al 2' della ripresa, frutto di un'azione di Leao, che ha poi arringato i tifosi rossoneri assiepati in Curva Sud, per i quali era pronta la delusione. Al 9', il Bologna è infatti andato in vantaggio con Ndoye. L'attaccante è stato il più veloce ad avventarsi su una palla vagante in area e a battere Maignan, evitando due difensori. Lo svantaggio stavolta non ha acceso il senso di rimonta del Milan, che ha avuto poco da Jovic e anche da Pulisic, molto per merito del controllo attento dei felsinei.
Conceicao si è affidato a Joao Felix a Gimenez e a Walker, facendo uscire il serbo, Jimenez e Tomori, ma senza risultati apprezzabili, tanto che Skorupski è rimasto spettatore fino al 90', anche dopo gli ingressi di Chukwueze e Abraham. Italiano, che ha vinto una finale dopo le tre (fra Coppa Italia e Conference) perse alla guida della Fiorentina, ha fatto qualche cambio per dare respiro ai vari Orsolini, Holm e Castro, così anche a Calabria è toccato di alzare la coppa da protagonista in faccia ai suoi ex compagni, nella festa rossoblù all'Olimpico.
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