"No alle Olimpiadi Tokyo 2020.
Continuare a fare ciò che stiamo facendo, come dice Bach, mi
sembra una cosa fuori dal mondo quando i leader mondiali vanno
ogni giorno in televisione per dirci di rimanere isolati, in
casa".
Comincia così la lettera-appello che il vicecampione del
mondo dei 50 stile libero, il brasiliano Bruno Fratus, ha
scritto alla collega dello Zimbabwe Kirsty Coventry, attual
presidente della commissione atleti del Cio. Fratus, ch vive e
si allena in Florida a Coral Springs, fa presente anche che in
questo momento, per via della pandemia del Covid.-19, gli è
impossibile allenarsi. "Io ed altri atleti nuotiamo in una
piscina che è pubblica - spiega -, così come altri impianti, e
questi sono stati i primi ad essere stati chiusi per evitare gli
assembramenti di persone. E' così che ci dobbiamo preparare?".
Poi, intervistato dai media del gruppo Globo, Fratus, ha
rincarato la dose: "la decisione del Cio di mantenere le date
dell'Olimpiade di Tokyo - dice - ci toglie la tranquillità. La
questione non è che come ci alleniamo, ma che è in corso una
pandemia mondiale. Perché dovrei uscire ed esporre a rischi me
stesso e i miei familiari? Quella su Tokyo mi sembra una
decisione assurda, un esempio drammatico di mancanza di rispetto
per gli atleti, ma voglio sperare che non le abbiano ancora
rimandate solo perché hanno bisogno di più tempo per
riorganizzarsi".
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